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venerdì 13 giugno 2014

STORIA DEL NUOVO COGNOME di E. Ferrante


Anche il 2° libro della trilogia della Ferrante ( che, ricordo per chi non lo sapesse, non è fisicamente conosciuta se non dal suo Editore ! ) ci ha coinvolti molto ed ha dato spunti a tante riflessioni e conseguenti confronti anche nel corso della lettura stessa !  Leggendolo in tal modo,  ad alta voce e con parecchie interruzioni di commento emozionale,  abbiamo terminato il libro solo a fine marzo ..  J ! Pertanto, come fatto per il 1° libro, L’amica geniale, riporterò direttamente, nei commenti, le singole testimonianze rilasciate dai vari partecipanti alla esperienza di lettura, me compresa, pregando quelli che non hanno ancora provveduto a farlo, eventualmente, di postare il commento direttamente qui sul Blog.
Marzullann
Dal WEB: La trama e le recensioni di Storia del nuovo cognome, romanzo di Elena Ferrante pubblicato da Edizioni E/O. Storia del nuovo cognome è il seguito dell’amica geniale, pubblicato nel 2011. «Capii che ero arrivata fin là piena di superbia e mi resi conto che – in buona fede certo, con affetto – avevo fatto tutto quel viaggio soprattutto per mostrarle ciò che lei aveva perso e ciò che io avevo vinto. Lei naturalmente se ne era accorta fin dal momento in cui le ero comparsa davanti e ora stava reagendo spiegandomi di fatto che non avevo vinto niente, che al mondo non c'era alcunché da vincere, che la sua vita era piena di avventure diverse e scriteriate proprio quanto la mia, e che il tempo semplicemente scivolava via senza alcun senso, ed era bello solo vedersi ogni tanto per sentire il suono folle del cervello dell'una echeggiare dentro il suono folle del cervello dell'altra». Ecco Storia del nuovo cognome, secondo romanzo del ciclo dell'Amica geniale. Cominciate a leggere e la scrittura vi catturerà. Ritroverete subito Lila ed Elena, il loro rapporto di amore e odio, l'intreccio inestricabile di dipendenza e volontà di autoaffermazione.

Elena Ferrante, è autrice dell’Amore molesto, da cui Mario Martone ha tratto il film omonimo. Dal romanzo successivo, I giorni dell’abbandono, è stata realizzata la pellicola di Roberto Faenza. Nel volume La frantumaglia racconta la sua esperienza di scrittrice. Nel 2006 le Edizioni E/O hanno pubblicato il romanzo La figlia oscura, nel 2007 il racconto per bambini La spiaggia di notte e nel 2011 il primo volume dell’Amica geniale.

http://www.qlibri.it/narrativa-italiana/romanzi/storia-del-nuovo-cognome http://www.letteratu.it/2012/10/29/storia-del-nuovo-cognome-di-elena-ferrante
Intervista alla scrittrice fantasmahttp://lettura.corriere.it/news/ferrante-felice-di-non-esserci

13 commenti:

Michela e Vincenzo ha detto...

Il primo libro della Ferrante ci ha presentato Lila ed Elena, nella loro infanzia ed adolescenza, rincorrersi l’un l’altra sia nelle gare scolastiche tra gli allievi sia anche nelle “uscite” con i coetanei del Rione.
Nel secondo libro Lila diventa la “Sig.ra Carracci” mentre Elena continua a studiare, incitata e cooperata da Lila stessa.
Sul piano personale, però, Elena continua a sentirsi distante da lei e perciò cerca di colmare questa differenza spingendosi ad andare oltre i limiti imposti dal condizionamento socio-familiare… Ecco, quindi, pagine di particolare intensità quelle che trattano del suo rapporto con Antonio, un rapporto di fidanzamento all’insegna del “rispetto” così come concepito a quei tempi (pag. 27) .. nonché la sua “prima volta”con Sarratore –padre (pag.288) determinata non da un sentimento d’amore bensì dalla ennesima spinta ad emulare Lila che, in quella stessa notte, viveva pienamente e senza inibizioni la sua passione per Nino.
Michela e Vincenzo Napolitano

Concetta ha detto...

Ho trovato il 2° libro della Ferrante ancora più profondo e crudo del primo. Mi ha fatto rivivere quel clima pieno di conflitti dell’animo che, effettivamente, si vivevano a quei tempi: c’era molto pudore o anche paura dei propri sentimenti. Si dovevano trovare mille sotterfugi per magari fare anche delle cose “innocenti” ma che erano considerate “sconvenienti” per la mentalità di allora.
Si era, a volte, effettivamente molto influenzati o anche costretti dall’ambiente familiare ed anche sociale e, spesso, il rapporto con una amica, così come tra Lila ed Elena, diventava un riferimento molto importante anche per i propri comportamenti ma, spesso, causa poi anche di grandi dolori e arrabbiature (v. pag. 274 Il giorno dopo raccontai a Nunzia frottole…fino a pag.276 “Chiaro? Chiaro !”
Anche pag.336. Per es. se Lila fosse andata alla Normale al posto mio avrebbe mai fatto buon viso a cattivo gioco?...
Concetta Scotto

Paolo ha detto...

Due episodi trovo particolarmente emblematici:
“L'avventura di andare a vedere il mare.. “ è particolarmente incisiva nell'età adolescenziale delle due protagoniste e rappresenta una crescita, una maturazione di entrambe. Durante la narrazione viviamo la fase emotiva dell'abbandono del rione da parte di Lila ed Elena, anche se avviene per poche ore. L'attraversamento del tunnel buio è un'eccellente metafora di rinascita, un approccio a una nuova vita, in particolare per quanto riguarda Elena, che rimane delusa dalla rinuncia di Lila - dopo il temporale - di abbandonare il cammino verso il mare. La decisione di Lila fa meditare a fondo Elena, la quale si chiede se non sia stata presa di proposito, affinchè lei venisse punita dai genitori e di conseguenza, allontanata dagli studi. Questo è uno dei tanti interrogativi che Elena si pone, in misura conflittuale, nei confronti di Lila.
“La foto nel nuovo negozio a Piazza dei Martiri..” Dopo il matrimonio, Lila ha compreso quasi subito che sono i soldi a far muovere le 'cose' nel quartiere e decide di riscattarsi dalla sua condizione di servilismo involontario - il finanziamento per il nuovo negozio - imponendo delle regole al potere esercitato dai Solara attraverso la moneta. L'arroganza dei camorristi è insopportabile per Lila che non tollera una posizione di obbedienza nei confronti dei Solara, di suo marito Stefano e suo fratello Rino e di conseguenza stabilisce le sue condizioni: "volete la mia foto da sposa nel nuovo negozio di Piazza di Martiri? Allora si fa come dico io". Coinvolge Elena e insieme trasformano la foto trasfigurandola in qualcosa di completamente diverso, rendendola irriconoscibile. Il messaggio è chiaro: Lila, furbescamente, riesce a ottenere quello che vuole, riappropriandosi di se' stessa senza disobbedire alle 'leggi' del rione e agli ordini imposti dai Solara. Con la negazione della sua immagine Lila ha di fatto prestato la foto senza prestarsi in quanto persona al gioco di potere al quale i camorristi sono abituati ed a cui si aspettano che gli altri obbediscano senza fiatare. Questo primo passo di ribellione dà il via a una serie di costanti atti di sfida di Lila, che in questo modo si ritrova su un cammino di continua rinascita, come un'araba fenice che risorge dalle sue ceneri dopo ogni evento problematico che incontra sulla sua strada. Elena, suo malgrado, viene e verrà sempre coinvolta in queste metamorfosi che Lila adotterà nella sua vita futura.
Paolo Della Ragione

AnnaC. ha detto...

Lila ed Elena hanno 16 anni e si sentono entrambe in un vicolo cieco. Lila si è appena sposata, ma nell’assumere il cognome del marito ha l’impressione di aver perso se stessa. Sono due ragazze caparbie, determinate a prendere in mano il loro destino. Non scendere a compromessi fa di questo libro un’esortazione ad essere sempre se stessi anche se si perdono dei privilegi. Mi è piaciuto e spero che Elena Ferrante ne scriva altri che ci diranno dove è finita Lila. (Il 1° libro della trilogia -L’amica geniale- comincia con questa ricerca da parte di Rino, figlio di Lila).
Anna Chiocca

Carmela ha detto...

Le pagine che più mi hanno colpito in questo 2° libro della Ferrante sono quelle che riguardano la “festa a casa della Prof. Galiani”. In quella occasione Elena rimane molto sorpresa dei complimenti che riceve dalla Prof. stessa e dai suoi figli. “Lenù”, in fondo, è sempre vissuta all’ombra di Lila, sminuendo, forse troppo, se stessa .
Lila, invece, nella stessa occasione, rivolgendosi all’amica in tono malvagio, afferma che in casa Galiani hanno sempre studiato da generazioni e da generazioni fanno i medici, i professori, gli avvocati e parlano tutti allo stesso modo ma nella testa non hanno niente di loro.pag.161…”Non c’è una cosa là dentro, un oggetto …”
Ebbene, leggendo queste pagine, ho avvertito il vero disagio delle ragazze che lottano con tutte le loro forze per cercare di uscire dalle loro origini e di migliorarsi.
Questo libro mi sembra confermare, a volte, che per entrambe però, sia l’una che ha potuto studiare che l’altra, pur intelligente autodidatta e determinata a cambiare le cose , .. alla fine le origini mantengono sempre il sopravvento perché sono “dentro ”… E’ inutile, forse, combatterle perché ricordano sempre “a chi appartieni”  .. a meno che, con uno sforzo “enorme ma possibile”, non si riesca a “liberarsi dal senso di appartenenza ad altri o ad altro “ !! .. Ed è quello che, alla fine, credo avverrà forse per Elena e non per Lila, che pur sembrava avere maggiori possibilità temperamentali. O forse riuscirà ad entrambe insieme, grazie proprio al loro rapporto così altalenante ma sempre reciprocamente integrativo. … Lo scopriremo nel seguito della storia .. forse, nel terzo libro ?!
Carmela Guardascione

Livia ha detto...

Questo libro mi ha colpito per il susseguirsi di tante vicende, ispiratrici di emozioni, che riportano e rispecchiano molto il vissuto di ognuno di noi. Dall’adolescenza e la giovinezza, attraverso l’amicizia e l’innamoramento, abbiamo ritrovato, in esso, anche la competizione, l’invidia, la rabbia, le gioie ed i dolori che spesso accompagnano i rapporti con gli altri. Tutto dipende da come si accolgono e da come si vivono certe vicende di vita che ci rivelano ognuno diverso dall’altro. E’ appunto questo che ci ha mostrato questo libro: Lila ed Elena, pur vivendo le stesse emozioni, sono molto diverse quanto magneticamente attratte l’una dall’altra e ciascuna reputa l’altra una persona speciale della sua vita. In particolare mi hanno molto emozionato le pagine relative ad episodi di forte conflitto emotivo per Elena, per la quale maggiormente simpatizzo, tipo quando, pur provata dai suoi stessi inconfessati sentimenti verso Nino, aiuta Lila ad incontrarsi con lui. Pag.276-277 “Andammo in spiaggia, Lila era raggiante … Oppure la sua 1° volta con Sarratore-padre sulla spiaggia dei Maronti ad Ischia (pag.288 “Feci tutta la discesa buia. Adesso c’era la luna ”)
Livia Guardascione

Loreta ha detto...

Nel cuore del Romanzo c’è il rapporto tra due amiche, Lila ed Elena, un rapporto di affetto, di gelosia, di competizione, arrivano ad amare lo stesso uomo ma soprattutto è una gara a chi delle due riuscirà a scappare da quel quartiere che le imprigiona, a liberarsi da quell’ambiente che entrambe odiano. Capisco che la loro infanzia è stata attraversata da eventi così drammatici, per loro, da segnare così, per sempre, la loro esistenza. Mi vien da pensare quanto sia stato determinante avere dei genitori anch’essi vittime dell’ignoranza e del degrado sociale !
Loreta Carannante

MarisaB. ha detto...

La storia raccontata da Elena Ferrante in questo libro non ha particolarmente attratto la mia attenzione forse perché la realtà descritta non corrisponde al mio vissuto infantile, adolescenziale e da giovane adulta.
Pur tuttavia, mi ha colpito il passo in cui Elena, venuta a conoscenza della imminente pubblicazione del suo libro, torna a Napoli e con determinazione parte alla ricerca dell’amica che non vede da un bel po’!
Elena ha ricevuto dalla nipote della prof.ssa Oliviero, la loro insegnante delle elementari da poco defunta, un plico di scritti scolastici che ella meticolosamente conservava. Tra quei quaderni, per caso, riaffora un “fascicoletto” di una decina di pagine a quadretti .. “La fata blu”. Anche per questo vuole rivedere Lila … La troverà in un “porciume generale” ((legg.pag.452 …454 e pagg. ss) .. Nell’andar via, poi, da lei la vedrà buttare via quel “fascicoletto” tra le fiamme di un falò ! Per me questo gesto rappresenta un riconoscimento di Lila verso Elena per le sue capacità di pensiero e di azione. Elena non è assolutamente dipendente da Lila, così come ha sempre ritenuto, e quel gesto, per me, rappresenta un grande dono liberatorio da parte di Lila !
Marisa Bonifacio

Carolina ha detto...

Libro avvincente , ricco di spunti di riflessione ,infatti lo abbiamo "centellinato"in quest'anno di lettura condivisa. Nessuna pagina superflua ,nessuna frase superflua...il che però rende difficile una valutazione sintetica. Continua in questo libro la complicata amicizia tra Lila ed Elena ormai grandi, alle prese con un ambiente spietato, in modo particolare con le donne . Amicizia fatta di complicità, ma anche di tante cose taciute...di tanto dolore, non capito ma anche non spiegato. E'una storia in cui su tutti i personaggi e sull'ambiente dove vivono, aleggia una cappa di tristezza , una sensazione di mancanza di gioia ,di "grazia", è come la maledizione di un destino già scritto determinato dal luogo di nascita, che rende l'infelicità quasi scontata e i successi, le soddisfazioni come un furto, non meritati, validi ed esibiti solo se ottenuti con furbizia o rubati ad altri. Dovendo scegliere, le pagine più belle e significative sono quelle dell'incontro tra Lila ed Elena alla fabbrica di salumi quasi alla fine del libro in cui troviamo Elena che informa Lila della sua laurea e del libro che ha pubblicato e assiste alla reazione struggente ma anche fiera dell’amica. Da pag.460 alla fine … “ La trovai, invece, alle celle …”
Carolina Morra

Margherita ha detto...

Come il primo anche il secondo libro della scrittrice Elena Ferrante “Storia del nuovo cognome”, racconta degli anni 60 (i miei anni) e quindi, spesso, mi sono immedesimata nelle vicende delle due protagoniste. Le ragazze affrontano l’adolescenza insieme ed anche se il loro rapporto diventa più debole, è sempre qualcosa di indistruttibile. Mi sono piaciute le pagine che narrano delle vacanze ad Ischia dove le ragazze si sentono molto più libere e dove s’innamorano dello stesso uomo. Ma ad Ischia, purtroppo, accadranno cose che faranno cambiare la vita ad entrambe. Lila conoscerà sì l’amore “vero” ma in seguito, nel momento del bisogno, quando lei deciderà di abbandonare tutto e tutti, non si ritroverà nessuno .. “nemmeno l’uomo che diceva di amarla follemente”. Invece, per il suo amore non corrisposto da Nino, non opporrà resistenze a Sarratore -padre, credendo di risolvere così le sue insicurezze. In quelle pagine si avverte un dolore che si porterà sempre dentro. Nella stessa notte le due amiche vivono una storia decisamente opposta: una vive l’amore e l’altra il disprezzo per se stessa.
Margherita Martelli

Rosa ha detto...

Trovo questo libro della Ferrante attuale quanto mai. Certe difficoltà del passato si ritrovano pari pari nelle situazioni di oggi ed, anzi, forse anche peggio !
Rosa Bianchi

M.Cristina ha detto...

Il personaggio di Lila mi ha colpito per la sua forza d’amare senza riserve, il suo amore è universale, ama la vita e nel suo amare cerca l’amore. Non lo trova in suo marito che l’ha delusa in quanto “coinvolto in affari con i Solara”e, nella delusione matrimoniale, lei condiziona il suo corpo a rigettare il feto che porta in grembo , gravidanza generata dalle violenze subite dal marito – Stefano e ci riesce dopo una lunga lotta con il suo corpo. In famiglia e le amiche sparlano alle sue spalle, dicendo che non è una “femmina sana” perché non sa dare un figlio al marito, tanto che viene sottoposta a controllo medico. Questi la trova sana e le consiglia vacanze al mare dove lei si reca in compagnia di Elena, a Ischia. Sull’isola le due incontrano Nino Sarratore, anch’egli in vacanza. In principio egli tenta di sedurre Elena, ma poi, dopo aver conosciuto meglio Lila, i due s’innamorano. Lila si dà senza alcun limite. Una volta incinta, Lila porta a compimento la gravidanza e cresce il suo bambino con i metodi più avanzati che erano disponibili in quei tempi. Fallita la convivenza con Nino, fallito anche il tentativo di ritornare a stare con Stefano, ormai sempre più incalzato da Ada, anch’essa incinta, Lila e il bambino si trasferiscono con Enzo Scanno a S. Giovanni a Teduccio per cercare di vivere una vita senza compromessi.
Maria Cristina Ambrosino

AnnaMaria ha detto...

La scrittrice Elena Ferrante, o chi per essa, essendo uno pseudonimo, mi ha catturata soprattutto per la sua grande capacità di rappresentare, nero su bianco, con una chiarezza espressiva a volte disarmante, quel che ritengo sia la cosa più difficile da esprimere e rendere comprensibile all’esterno, agli altri : la complessa e insieme fragile rete di reazioni comportamentali che scaturiscono da “i moti dell’animo e le emozioni”!
In particolare ritengo che i rapporti tra le due protagoniste, Lila ed Elena, ed anche gli altri amici e parenti, così come rappresentati dalla Ferrante, siano l’ennesima riprova che ogni persona ha delle caratteristiche che la rendono unica ed a volte prevalente su gli altri, ma anche con limiti ed insicurezze proprie che, spesso, solo se rapportati agli altri vengono alla luce e magari anche superati ! Insomma, la Ferrante pone mirabilmente in risalto il conflitto tra “moti d’amore e d’odio” che spesso accompagnano la ns. relazione con gli altri, anche nei rapporti più significativi.
Al riguardo mi vengono in mente alcune pagine, oltre a quelle finali “bellissime “ da pag.430 o 452 fino alla fine, pag. 470!
Es. di “reazione a un successo di Lila”: v. pag.345.. “ Nel rione ..”
Es. di “antico inconfessato sentimento”: Enzo Scanno, figlio del fruttivendolo, bravo in matematica da piccolo, ultimo convivente di Lila (nel 2° libro) v. pag.369..
Es. di “conseguenze cambiamento di Elena”v. da pag. 375 a 378/
Es. di “incontro-scontro”tra Lila e la prof. Oliviero v. pag.379 “Lila fece fatica a riconoscerla ..”
Es. di “valore riflesso”: Elena lo vive anche con i suoi ultimi “fidanzati”v. pag. 402 .. 410 ..
Ce ne sarebbero tanti altri .. ma va bene così! Indubbiamente ho apprezzato molto questa scrittrice!
A.Mazza