Dopo la morte del padre, la famiglia si trasferì a Monaco dove Mann fu costretto ad andare in esilio a causa dei nazionalsocialisti. Emigrò prima in Svizzera e poi negli Stati Uniti dove trasmise via-radio ai tedeschi di opporsi ad Hitler. Ebbe il premio Nobel nel 1929 con il suo romanzo “ Buddenbrooks, la decadenza di una famiglia” il più grande romanzo sulla borghesia europea. Un’altra opera molto interessante è “ La Montagne Incantata”.
In quasi tutte le opere Mann descrive il conflitto fra l’ Artista e la Borghesia.
Premesso questo, desidero raccontarvi un po’ della novella “Morte a Venezia” da cui è stato tratto anche un film di Luchino Visconti.
La storia narra di uno scrittore tedesco che, in un viaggio nella fiabesca Venezia, incontra la malattia e la morte.
Questo scrittore, Gustav Von Aschenbach di 50 anni, è la figura principale che rappresenta la debolezza del genere umano. Come lo stesso Mann, egli eredita due caratteri diversi. Dal padre la decenza e l’educazione e dalla madre la passionalità. A Venezia s’innamora del giovane polacco Tadzio, di circa 16 anni, a causa della sua bellezza. Per lui Tadzio è un’opera artistica e, folgorato, lo paragona ad un’antica statua greca: l’Eros.
Arrivato nell’albergo si odono persone che parlano varie lingue, prevale il polacco.
C’è una famiglia polacca con quattro ragazze, una governante ed un giovanotto con capelli lunghi biondo-oro, occhi azzurri e volto molto pallido.
Il giorno dopo Gustav, facendo colazione nella saletta, vede arrivare il giovanotto con una grazia straordinaria, come un Eros, vestito da marinaio.
Presto il tempo caldo e umido comincia ad incidere negativamente sulla salute di Gustav. Vuole cambiare il posto ma poi decide di rimanere a Venezia.
Durante i giorni seguenti il suo interesse nei confronti del ragazzo si trasforma in una ossessione.
Una sera, all’uscita dal ristorante, Tadzio si volta verso di lui con un sorriso affascinante. Gustav, sconvolto, si precipita in giardino dove confessa a se stesso la verità: “Ti amo”.
Dopo una passeggiata in città, nota degli avvisi del “Dipartimento della salute” che consigliano di evitare di mangiare i frutti di mare, ma gustav ignora il pericolo. In seguito cerca di informarsi sulle effettive condizioni di sicurezza pubblica. Ma viene ripetutamente rassicurato che la causa è lo scirocco e non una grave epidemia di colera.
Spesso vede Tadzio giocare sulla spiaggia con gli amici ed uscire dall’acqua pieno di grazia, come un dio greco.
Nella 4° settimana del suo soggiorno al lido, Gustav fa inquietanti rilievi e considerazioni … molta gente parte all’improvviso e spesso gli viene chiesto: Signore, non parte, non ha paura del male?
Il racconto si conclude sulla spiaggia del Lido dove il protagonista, disteso nella sua sedia sdraio, pare indebolito e malaticcio mentre osserva Tadzio che gioca con gli amici. Il ragazzo, ad un tratto, lascia i compagni e dopo aver litigato con uno di loro, si dirige al largo guardando, lentamente, le acque basse e volgendo un ultimo sguardo al suo ammiratore morente, prima di svanire.
Lo scrittore, totalmente estasiato dalla bellezza del ragazzo che, alzando il braccio verso l’orizzonte sembra volergli indicare qualcosa nei suoi ultimi istanti di vita, immagina sé stesso intento a seguirlo verso un ideale ultraterreno. Il suo corpo esanime viene trovato più tardi.
(“Morte a Venezia” di Thomas Mann – Relazione proposta e letta da Ilse Yahrenkamp a Villa Cerillo il 28 marzo ’14 ) http://www.viaggio-in-germania.de/mann-venezia.html
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