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domenica 9 giugno 2013

L’AMICA GENIALE di Elena Ferrante


Grande attenzione e curiosità  ci ha accomunati nella lettura di questo Romanzo per conoscere la storia di Lila ed Elena, molto articolata di per sé,  pur nella semplice e scorrevole narrazione  della Ferrante, al punto da organizzarne anche un “remake” (v. di seguito post del 5 giugno’13, con un breve accenno ad esso). Quindi mi è sembrato più giusto, in questa occasione, non dare precedenza ad una particolare opinione e lasciare spazio a tutti, me compresa infine, direttamente nei commenti e nell’ordine che mi sono stati dati … o postati direttamente dagli interessati.
Marzullann
Dal WEB: L’amica geniale, di Elena Ferrante, è un libro che incanta; e le oltre trecento pagine volano senza accorgersene.

Il prologo, ambientato nell’oggi, ci mostra una donna di sessantasei anni che, per ritrovare dentro di sé le tracce dell’amica scomparsa, comincia “a scrivere ogni dettaglio della nostra storia, tutto ciò che mi è rimasto in mente”. Ed ecco che dalla Torino del terzo millennio ci ritroviamo catapultati negli anni Cinquanta a seguire le avventure di due bambine, Elena e Lila, in un quartiere periferico e degradato di Napoli.
C’è una tensione narrativa fortissima in questo libro, che tiene avvinghiato il lettore, grazie alla capacità di questa straordinaria autrice (chiunque ella sia) di dare vita con le parole a personaggi suggestivi e talmente reali che si fa fatica a staccarsene quando si chiude il libro. Da questo punto di vista l’Autrice regala una speranza al lettore innamorato perché la storia non finisce. A questa prima parte, dedicata all’infanzia e all’adolescenza delle due protagoniste, seguirà infatti (speriamo presto!) una seconda e magari anche una terza parte che le accompagnerà attraverso l’età matura fino alla vecchiaia.
L’infanzia di Lena e Lina, l’una figlia di un usciere, l’altra figlia di uno scarparo, raccontata senza nostalgia dalla stessa Elena adulta, è una infanzia segnata dalla miseria, sociale e umana, e che fa i conti con la violenza quotidiana e accettata con fatalismo:
Ci succedeva di tutto, in casa e fuori, ogni giorno, ma non ricordo di aver mai pensato che la vita che c’era capitata fosse particolarmente brutta. La vita era così e basta, crescevamo con l’obbligo di renderla difficile agli altri prima che gli altri la rendessero difficile a noi. Certo, a me sarebbero piaciuti i modi gentili che predicavano la maestra e il parroco, ma sentivo che quei modi non erano adatti al nostro rione, anche se eri femmina.
Da questa miseria e da questa violenza che incombe sulle loro vite le due bambine proveranno a fuggire leggendo insieme Piccole Donne e sognando di scrivere un libro di successo che porti loro fama e ricchezza e soprattutto le porti via dal quartiere. Entrambe sono decise a emanciparsi dalla situazione di partenza e a crearsi un destino diverso da quello dei loro padri e, soprattutto, delle loro madri (negli anni Cinquanta, a differenza di oggi, era possibile).
E il lettore segue con partecipazione crescente questa loro ribellione che nel tempo prende forme diverse. All’inizio c’è il sogno condiviso di pubblicare un libro e diventare ricche. Poi sarà la volta del sogno più concreto del calzaturificio per Lila e dello studio per Elena.
Durava forse l’idea del denaro come cemento per consolidare la nostra esistenza e impedire che si smarginasse insieme alle persone che ci erano care. Ma il tratto fondamentale che ormai stava prevalendo era la concretezza, il gesto quotidiano, la trattativa.
L’idea che lo studio, e l’emancipazione culturale che ne deriva, rappresenti l’unica via d’uscita per non diventare come i propri genitori è sottesa a tutto il romanzo. Quando alla spigolosa Lila questa via sarà preclusa dalla grettezza della famiglia d’origine (Elena invece riesce, grazie alla maestra Oliviero, a iscriversi addirittura al liceo classico), lei cercherà una via tutta sua per emergere dallo squallore del quartiere.
Intorno alle due indiscusse protagoniste e al loro piccolo mondo, tanti personaggi ma sono di contorno perché la personalità delle due piccole donne emerge su tutti, soprattutto sui maschi, grandi e piccoli, che rimangono figure meschine o insulse. Ed è un fil rouge nei romanzi della Ferrante. L’amica geniale (ma chi sarà delle due?) si interrompe in maniera brusca, nel momento in cui una di loro sta compiendo un passo che segna la fine della giovinezza. Non posso svelare quale, per non togliere piacere della lettura.
È importante però sottolineare che, nonostante l’incompiutezza, questo romanzo lascia un senso di pienezza e la percezione di essere entrati in una dimensione parallela tanto si viene assorbiti dalla narrazione. Merito anche della scrittura.
La lingua della Ferrante è avvolgente e coinvolgente, è una lingua che nasce dalle viscere della terra, di una Napoli che, oggi come ieri, affascina con le sue contraddizioni e con le sue metafore. Una lingua viva e vivace, in cui il dialetto (ed è un ulteriore elemento di forza del libro) compare solo dove necessario. E sottesa a tutto l’elegante ironia di una Autrice che con questo libro si conferma una delle migliori voci nel panorama italiano. Un’autrice indubbiamente “geniale”, anche per il suo mistero, per il suo rivelarsi al pubblico solo attraverso la sua opera. Alla fine è l’unica cosa che conta.
Mariella Sciancalepore
L’AUTRICE
Elena Ferrante è nata a Napoli, città che ha abbandonato presto per vivere a lungo all’estero. Dal suo primo romanzo, L’amore molesto, è stato tratto l’omonimo film di Mario Martone; dal romanzo successivo, I giorni dell’abbandono, è stata realizzata la pellicola di Roberto Faenza.
http://www.elle.it/Entertainment/Libri/libro-amica-geniale

14 commenti:

Lidia e Carmela G. ha detto...

La storia dell’amicizia di Elena e Lila ha come sfondo un quartiere popolare della Napoli degli anni cinquanta. Le ragazzine, sin dall’ infanzia si stringono l’un l’altra percorrendo insieme l’intera vita attraverso alterne vicende. L’una figlia di un usciere, l’altra di un calzolaio, vivono in comune la concezione patriarcale delle famiglie, il disagio economico, il maschilismo imperante. Un‘amicizia più forte di ogni differenza e che anzi proprio dalle differenze trae sostentamento e si rafforza.

Carolina ha detto...

E' la storia dell' amicizia? complicità? dipendenza? tra Elena e Lila, nate e cresciute in un quartiere periferico di Napoli negli anni 50. E' la descrizione dettagliata della vita di quel quartiere, un ambiente chiuso ,maschilista ,violento. Ambiente in cui la voglia di riscatto si esprime in fame di soldi ,di ricchezza, e in cui la prepotenza degli arricchiti, esibita in modo sfacciato o più subdolamente sottintesa, la fa da padrona. E' la triste descrizione di chi rinuncia a lottare facendo buon viso a cattivo gioco credendosi furbo ,non volendo invece ammettere la resa. E' anche un giallo questo libro , inizia infatti con una sparizione, e leggendolo se ne cercano i motivi.. e se ne trovano di indizi..tanti, ma non tutti, in quanto "L'AMICA GENIALE" è soprattutto solo l' inizio della storia che infatti continua nel libro successivo ……

Mara Salemme ha detto...

La storia di Lila ed Elena somiglia alla storia di tante amicizie con la “A” maiuscola. Amicizie importanti, profonde, autentiche, disinteressate, tormentate, belle, gioiose, tristi, coperte da luci ed ombre, splendenti alla luce del Sole. Amicizie che nascono tra i banchi di scuola e durano tutta la Vita. Amicizie che scorrono nelle vene e te le senti sulla pelle, fino a far diventare due bambine come sorelle. Amicizie con la “A” maiuscola, come quella di Amore, perché l’Amicizia ne è una figlia, una delle migliori. Lila ed Elena, amiche attraverso il tempo della loro Vita. Lila ed Elena come L’Amico o l’Amica geniale che tutti, di certo, portiamo nel cuore. Ogni vero amico è “geniale” … questo, secondo me è il messaggio che la Ferrante voleva lasciare.

MarisaB. ha detto...

Sappiamo che questo romanzo racconta solo il primo terzo della vita delle due protagoniste. E in questa prima fase non ho riscontrato la storia di un’amicizia viscerale, quanto un accompagnarsi l’una all’altra in un ping-pong di esperienze e di sensazioni di un’infanzia e di un’adolescenza in cui c’è un confrontarsi nelle prime delusioni. Per me una lettura con un coinvolgimento non costante ma che suscita in me la curiosità del proseguimento.

Marcello ha detto...

Questa è la storia di due amiche di “Napoli del dopoguerra”. Una storia di amicizia-sfida tra due ragazzine che crescono tra realtà e dicerìe di Napoli che cambia dopo un periodo NON felice.. la 2° guerra mondiale! E’ vissuta da ragazze belle ed intraprendenti, tra le miste realtà di cambiamento di una grande città che le porta a coltivare sfide-vittorie da parte di entrambe, in una amicizia vera fino a quando non divengono DONNE! Un tuffo nella cruda realtà di Napoli, .. un posto dove quando nasce un cambiamento è vero e per sempre.

M.Cristina Ambrosino ha detto...

.. effettivamente, a quei tempi, eravamo scoraggiate dall ‘ andare a scuola ed invece esortate a preferire altre attività come la musica, il ricamo e cucito o comunque altri mestieri più utili a farci diventare “al meglio” mogli e madri esemplari.

Maria Esposito ha detto...

La storia di due bambine,poi adolescenti con la loro amicizia contrastata che attraversa una vita intera. Vivono in un rione popolare di Napoli. Città descritta con tutti gli annessi della storia, compresa le difficoltà di crescere in un rione popolare di periferia negli anni 50.
Elena Ferrante si inoltra nell'amicizia complessa di Elena e Lila seguendo passo dopo passo la loro crescita individuale, coi vari mutamenti ,che il corso degli anni, trasforma loro stesse e il loro legame.Descrive nel contesto della Napoli degli anni 50 la continua metamorfosi dei vari personaggi,entrando nella profondità del loro animo.
Elena continua gli studi, Lila pur dovendo lavorare(nella bottega del padre a riparare scarpe) colma la sua cultura studiando di nascosto.
Due donne molto diverse tra loro,ma che ,nel tempo, diventano lo specchio l'una dell'altra.
Una telefonata annuncia che Lila è scomparsa .A questo punto inizia la storia dell'Amica geniale che non finisce con questo volume.

A.Mazza ha detto...

In contrapposizione al concetto, dilagante ai tempi d’oggi, dell ‘amicizia accettata o negata con un click sui Social Network o facilmente instaurata, nei rapporti reali, grazie alla maggiore scioltezza e velocità delle opportunità di conoscenza, la scrittrice Elena Ferrante ci riporta all ‘ Amicizia come grande sentimento, dal significato profondo e articolato quanto raro, forse, a volte, superiore anche a quello d’Amore e/o spesso anche intrecciato ad esso. L’amica geniale ci presenta le protagoniste di questo romanzo, Lila ed Elena, nella “fase dell ‘ infanzia e dell ‘ adolescenza”, quando, compagne di scuola alle elementari, iniziarono con la loro amicizia ad intrecciare, con fasi alterne, anche le loro vite. L’amica geniale è solo il primo di una trilogia che nel secondo libro, Storia del nuovo cognome, narra il seguito della loro storia in quanto “ donne adulte”. Il terzo testo, che è ancora in lavorazione, tratterà della loro “fase senile” e ci svelerà come mai Lila, all’inizio del 1° romanzo, risulta “sparita nel nulla a 66 anni”. Ci auguriamo venga pubblicato presto anche quest’ultimo romanzo perché la storia di Lila ed Elena è davvero avvincente e coinvolgente oltre che molto utile, se si vuole trarne una morale: … è solo al di là del tempo e degli eventi che si comprendono e si riconoscono i rapporti davvero significativi e speciali, quindi le persone che hanno davvero contato per noi e che hanno contribuito, direttamente o indirettamente, a comporre la nostra storia. Perciò l’amico che ci entra nel cuore è di per sé “geniale”!

Anna Chiocca ha detto...

L'amica geniale è un libro veramente scorrevole e ben scritto,piacevole da leggere soprattutto per noi partenopei. Il rapporto di dipendenza tra le due protagoniste avvince il lettore e ci lascia con il fiato sospeso nell'attesa di leggere il seguito

Concetta Scotto ha detto...

.. interessantissimo, per me, anche dal punto di vista storico perché ha ricordato i modi di essere, le usanze e le abitudini comuni a tutti negli anni dopo la guerra. La nostra generazione si è rivista in quelle pagine di vita semplice e con poche opportunità per i meno abbienti nel lavoro, nello studio e nella vita quotidiana priva di particolari svaghi e divertimenti.

Loreta ha detto...

L’amica geniale è un libro molto bello. La storia di due amiche Elena e Lila, cresciute insieme, molto diverse ma molto unite. L’autrice del libro assieme alle loro storie parla di una Napoli antica ( che conosco bene). Elena studia, Lila invece lo fa di nascosto, dovendo lavorare nella bottega di scarpe del padre. Lila si sposerà, Elena? Sono curiosa di sapere il seguito della storia.

GiusiGarbin ha detto...

Un libro bellissimo per la storia, l’ambientazione, la scrittura.
Il racconto inizia con una sparizione :Lila è scomparsa e prima di andarsene ha voluto cancellare tutte le tracce della propria esistenza.Ed allora la sua amica Lenù vuole scrivere la storia della loro grande amicizia che comincia sui banchi di scuola e continua poi nell’adolescenza e nella giovinezza. L’amicizia tra due ragazze nate negli anni cinquanta in un quartiere popolare di Napoli. Il confrontarsi reciproco ed anche la competizione spronano entrambe a migliorarsi, a volersi riscattare da un destino già scritto ed alla misera esistenza vissuta dalle loro madri e dalle donne del loro quartiere evidenziando anche un albore di femminismo ante litteram .
Pieno di storie avvincenti riesce a descrivere uno spaccato molto minuzioso e molto realistico della Napoli degli anni cinquanta.
Un solo difetto: la storia non finisce, Lila non si ritrova . Il libro infatti fa parte di una trilogia che mi sembra non sia ancora terminata.

Anna D. ha detto...

mi è piaciuto ritrovare la descrizione di una Napoli in cui non c'ero (sono degli anni '80) e vedere nella complicità tra Lila ed Elena un modo per superare ed evadere dalle costrizioni, familiari e ambientali, che caratterizzavano quei tempi.

Marzullann ha detto...

Le persone che contano sono incise fra le pareti della nostra anima...
Laddove nessuno può cancellare il loro nome e il tempo non distrugge nulla..
Le persone che contano stanno lì "insieme" a noi, sempre, anche quando le distanze li tengono separati sono lì, più presenti che mai.
In quel luogo dove non esiste un "non posso" e nulla è proibito, dove sosta l’amore, dove vive la magia perché è la parte migliore di noi.
E tu sei lì come un dono prezioso in quel luogo "sacro" che si chiama anima, dove tutto è respiro
(Silvana Stremiz)