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martedì 7 gennaio 2014

Attori si nasce? di Charlie Chaplin


Fu a causa dello stato della voce di mia madre che all’età di 5 anni io feci la mia prima apparizione sul palcoscenico.
Mia madre, di solito, preferiva portarmi con sé in teatro piuttosto che lasciarmi a casa solo, in una camera ammobiliata.
A quell’epoca lavorava nel teatro di Aldershot, un locale sporco e di dubbia reputazione frequentato soprattutto da militari.
Era un pubblico chiassoso e attaccabrighe,  e bastava poco per scatenarne i fischi e le frecciate.
Per chi vi si esibiva, Aldershot era una settimana di terrore. Ricordo che mi trovavo fra le quinte quando la voce di mia madre si ruppe e si ridusse ad un mormorio. Il pubblico cominciò a ridere, a cantare in falsetto e a fischiare. Ero tutto confuso e non capii che cosa stesse accadendo. Ma il baccano aumentò finchè mia madre fu costretta a lasciare il palcoscenico.
Quando tornò fra le quinte era profondamente scossa ed ebbe una discussione col direttore il quale, avendomi visto recitare davanti agli amici di mia madre, propose di mandarmi in scena al posto suo. E ricordo che in tutto quel trambusto egli mi prese per mano e, dopo qualche parola di spiegazione rivolta al pubblico, mi lasciò solo al centro del palcoscenico.
Allora, semi accecato dalle luci della ribalta, davanti a un mare di facce confuse in mezzo al fumo, cominciai a cantare accompagnato dall’orchestra che stentò un poco a trovare la mia tonalità. Era una canzone popolare, intitolata Jack Jones. A metà canzone una pioggia di monete investì il palcoscenico. Mi interruppi immediatamente per annunciare che prima avrei raccolto il danaro e poi mi sarei rimesso a cantare. Questa uscita provocò le risa del pubblico.
Arrivò il direttore con un fazzoletto per aiutarmi a raccattare i soldi. Io credetti che volesse tenerseli lui. Il pubblico, evidentemente, comprese i miei timori e rise ancora più forte, specie quando egli uscì col denaro ed io, preoccupato, gli tenni dietro. Non tornai in scena finchè non l’ebbe consegnato a mia madre.
Ero perfettamente a mio agio.
Parlai al pubblico, ballai ed eseguii diverse imitazioni, compresa quella di mia madre mentre cantava una delle sue marcette irlandesi. E ripetendo il ritornello, imitai in tutta innocenza la voce di mia madre nel momento in cui si era spezzata. Rimasi sorpreso dalla reazione del pubblico. Echeggiarono applausi e risate, poi piovve sul palcoscenico una seconda ondata di monetine;e quando mia madre entrò in scena per portarmi via, la sua presenza suscitò un applauso fragoroso.
Quella sera segnò la data della mia prima esibizione in teatro e dell’ultima di mia madre.
(Da “La mia autobiografia” di Charlie Chaplin - Testo proposto e letto a Villa Cerillo il 27 Dic. ’13 da Livia Guardascione)

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