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martedì 10 dicembre 2013

Da “Come fiamma che brucia”di Bella Chagall


“Prefazione”:Eredità

Che strano, ho voglia di scrivere, e per di più nella mia balbettante lingua materna, che non ho quasi più avuto occasione di parlare da quando sono andata via. 
Per quanto lontano siano scivolati gli anni della mia infanzia, ora all’improvviso tornano verso di me, vicini, sempre più vicini, talmente vicini che potrebbero respirare nella mia bocca.
L’immagine di me stessa è così nitida: una bambinetta paffuta che corre per tutta casa, che ruzzola da una porta all’altra, che si nasconde sopra gli ampi davanzali delle finestre, le gambe nude tirate su e avvicinate al petto.
Papà, mamma, le due nonne, il nonno così bello, la nostra famiglia e quelle degli altri, matrimoni e funerali, i ricchi e i poveri, le nostre vie e i nostri giardini: tutto fluttua davanti ai miei occhi come le acque profonde della nostra Divina.
La mia vecchia casa non esiste più.

Tutto è andato, probabilmente morto.
Mio padre – che possa intercedere per noi – è morto. Mamma vive – lo sa solo Dio! – in una città profana che le è del tutto estranea.
I figli sono dispersi  in questo mondo e nell’altro, chi qui, chi là. Ma ognuno ha portato con sé, come un brandello del sudario del padre, dell’eredità svanita, l’afflato della casa di famiglia.
Distendo il mio brandello di eredità e subito salgono verso di me gli odori della mia vecchia casa.
Cominciano allora a risuonarmi nelle orecchie il chiasso del negozio, le melodie cantilenanti del rabbino nei giorni di festa.
Da ogni fessura salta fuori un’ombra; non appena la sfioro lei mi trascina in un girotondo con le altre ombre. Si spintonano, mi si accalcano dietro la schiena, alle mie spalle, mi afferrano le mani, i piedi, fino al momento in cui piombano tutte insieme su di me, come uno sciame di mosche ronzanti in una giornata calda. Non so dove nascondermi da loro.
E così, tutt’a un tratto, ho voluto strappare a queste tenebre un giorno, un’ora, un istante della casa svanita.
Ma come far rivivere certi momenti? Mio Dio, è così difficile estrarre dai ricordi inariditi un frammento di vita! E come lo si può fare se questi scarni ricordi si estinguono e finiscono con me?
Vorrei salvarli.
E mi sono ricordata che tu, amico mio devoto, spesso, con grande tenerezza, mi chiedevi di raccontarti la mia vita, del tempo in cui ancora non mi conoscevi.
Così scrivo per te.
La nostra città ti è persino più cara di quanto non lo sia a me. E tu, con il tuo cuore così pieno, tu comprenderai ciò che non riuscirò a dire…
C’è solo una cosa che mi tormenta. La mia piccola tenera bambina, che ha trascorso, è vero, solo il primo anno di vita nella casa dei miei genitori, lei saprà capirmi? Voglio sperarlo.
Saint-Diè , 1939

 
“Postfazione” di Marc Chagall

Bella desiderava fare teatro. L’ha fatto, con successo. Sono tornato da Parigi e l’ho sposata. Siamo ripartiti per la Francia. Fine del sogno teatrale.
Nel corso degli anni la mia arte ha subito l’influenza del suo amore. Eppure avevo la sensazione che qualcosa in lei fosse custodito in disparte, inespresso e che, nel profondo del suo cuore, Bella avesse nascosto dei tesori, come la sua Collana di perle velata d’amore. Le sue labbra spandevano il profumo del primo bacio, un bacio simile a una sete di giustizia.
Perché questo ritegno di fronte agli amici, di fronte a me, e questo bisogno di restare nell’ombra?
Fino al giorno in cui rivisse l’esilio degli ultimi anni, in cui l’anima ebrea echeggiò di nuovo in lei e la sua lingua tornò a essere quella dei suoi genitori.
Il suo stile – quello di Luci accese, di Primo incontro – è lo stile di una fidanzata ebrea nella letteratura ebrea.
Lei scriveva come viveva, come amava, come accoglieva gli amici. Le sue parole, le sue frasi sono una patina di colore sulla tela.
A cosa paragonarla? Lei non assomiglia a nessun altro. Lei è questa Bashenka-Bellochka della collina di Vitebsk che si specchia nella Dvina, insieme alle nuvole, agli alberi e alle case.
Cose, uomini, paesaggi, feste ebraiche sono il suo mondo, ecco cosa racconta.
Le sue frasi, lunghe o brevi, compiute o solo accennate, ora sbocciano, ora si dissolvono, così come sfuma in un disegno un punto o un tratto perché non lo si indovini se non in trasparenza.
Negli ultimi tempi spesso la trovavo seduta a letto, di notte, a leggere libri in yiddish al chiarore di una piccola lampada.
“Così tardi? Dovresti dormire”
La rivedo, qualche settimana prima del suo sonno eterno, fresca, bella come sempre, nella nostra camera in campagna. Sta mettendo a posto i suoi manoscritti: opere terminate, abbozzi, copie. Le chiedo soffocando la mia paura: ”Perché tutto quest’ordine all’improvviso?”. Mi risponde con un pallido sorriso: ”Saprai allora dove stanno le cose…”.
Tutto in lei era profondo e calmo presentimento.
Dalla nostra finestra dell’albergo la rivedo seduta in riva al lago, prima di entrare in acqua. Mi aspetta. Tutto il suo essere era in attesa, era in ascolto come un tempo, bambina, ascoltava il bosco.
Vedo la sua schiena, il suo profilo fine. Non si muove. Aspetta, pensa e forse percepisce già altri mondi…
Gli uomini frettolosi di oggi sapranno penetrare nella sua opera, nel suo universo?
Più tardi altri verranno e sentiranno forse il profumo dei suoi fiori, della sua arte.
Le sue ultime parole: ”I miei quaderni…”
Il tuono rimbombò, un diluvio si abbatté alle sei di sera del 2 settembre 1944 quando Bella lasciò questo mondo.
Tutto è divenuto tenebre.
New York 1947
(Bella Chagall, Come fiamma che brucia. Io, la mia vita e Marc Chagall – Donzelli 2012 / Letto a Villa Cerillo il 29 nov.’13 da Adelaide Miriana)

2 commenti:

A. Mazza ha detto...

Grazie Adelaide per averci regalato queste bellissime pagine "colme di amore coniugale"... così raro di questi tempi.
Sei una splendida "sentinella" della ns. amata, perchè accogliente, Biblioteca di Bacoli !

A. Mazza ha detto...

Ricordando Chagall in Biblioteca abbiamo anche visionato un testo con i suoi Dipinti ...
Questo Link ce li ripropone ...
http://www.google.com/search?q=dipinti+di+chagall&nord=1&tbm=isch&tbo=u&source=univ&sa=X&ei=C9OxUuzjJZGGyQP1l4D4CA&sqi=2&ved=0CMIBEIke&biw=1366&bih=673#imgdii=_