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mercoledì 30 gennaio 2013

SEMPLICEMENTE, STUPIDAMENTE (da “Un viaggio chiamato vita” di B.Y.)


Nella Tokyo di quando ero bambina non si andava quasi mai a cena fuori,e la televisione era in bianco e nero. L’automobile privata era una cosa da ricchi, e nessuno chiudeva mai la porta di casa a chiave. Tutto intorno era pieno di libellule, grilli e mantidi.
Adesso tutto questo sembra un sogno. Come cose di un passato lontano.
Qualche volta, quando vado all’estero, tiro un sospiro di sollievo perché, diversamente dal Giappone, nessuno pretende un impegno insensato. ……  Quando sulle spiagge italiane vedo signore e signori di stazza enorme che se ne stanno sdraiati con il grasso che fuoriesce dai costumi, mi sento sollevata. Certo le eccezioni ci sono ovunque, e quindi non posso fare di un paese straniero un paradiso. Però ogni volta che sono all’estero sento le spalle più leggere, la mattina è mattina, la sera è sera, e alle cose di domani penserò domani … questo è certo.


In Giappone è come se l’aria fosse impregnata di qualcosa di pesante. In particolare sono gli anziani e le giovani donne a essere sottoposti più di altri a questa pressione. Ovviamente si tratta anche di una pressione di tipo economico. Per quanto riguarda gli uomini di una certa età, non ho elementi sufficienti, e quindi lascio che siano altri a giudicare (le persone che mi capita di incontrare hanno tutte delle qualità particolari, e per questo mi mostrano solo la parte migliore di sé), ma quanto alle giovani donne, ne conosco tante di storie a proposito. Molte di loro, schiacciate dalle richieste del mondo attuale, si sono ritrovate escluse, hanno perso la salute, si sono imbruttite e soffrono, tanto da non riuscire più a parlare con la gente. Nella mia testa conservo moltissime immagini dei tempi in cui quelle giovani erano sane e piene di vita. Sarebbero dovute rimanere com’erano, a qualsiasi costo. …… Rispetto alla generazione dei nostri genitori, il sistema di valori e la posizione dei maschi sono completamente diversi. Al giorno d’oggi, per un uomo, essere ricco non solo non equivale necessariamente a possedere una stabilità mentale, ma non dà neanche la certezza di restare ricco per tutta la vita, né significa che ami il proprio lavoro. Potrà sopportare in maniera eroica gli scossoni a cui è esposto, ma non è detto che otterrà mai le stesse garanzie delle generazioni precedenti. I mass media propongono ogni giorno le storie opportunamente gonfiate di persone di successo, e il pubblico ne è risucchiato. Tutti si sentono in colpa per qualcosa, che sia il fatto stesso di vivere, o la propria normalità. Sembra che tutti ne abbiano abbastanza di essere come sono, e che ormai pensino di non piacere, a meno che non dimostrino di saper lavorare in maniera sovrumana. E poi mettere al mondo un figlio è prima di tutto una difficoltà economica. Dopo che il bambino è nato, non c’è nessuno che offra un sostegno, la situazione economica peggiora , e capita che l’uomo si chiuda sempre di più rispetto alla sua famiglia. Se i sacrifici superano la gioia portata da un figlio, è normale che nessuno ne faccia più. Nemmeno le comunità locali sono accoglienti verso i bambini. Ci sono pericoli ovunque, è una società che non consente di portarli tranquillamente fuori da casa. Eppure gli uomini non sono fatti per essere felici da soli. Vogliono stare con altri esseri umani. Che si tratti di amici, di familiari, di animali o del proprio marito, gli uomini non possono vivere se non hanno delle relazioni. Ciononostante siamo tutti così occupati che non riusciamo a incontrare le persone che amiamo. Siamo sempre di corsa, e non sappiamo più cosa significhi avere voglia di incontrare una persona e parlare con lei, oppure vedersi per andare a mangiare qualcosa di semplice. E in un sistema freddo, che non concede un attimo di respiro, afflitto da tutti questi problemi, è alle giovani donne che si chiede di tenere la casa in ordine, di restare belle nonostante l’avanzare degli anni, di essere aggiornate, di abbandonare valori superati ma allo stesso tempo di andare d’accordo con i genitori e con i suoceri, di sostenere il proprio uomo , di mettere al mondo bambini. Tutto questo è troppo.
Però ci sono persone con un forte senso del dovere, serie, corrette, che cercano in ogni modo di farlo, e finiscono così per crollare, perché lo stress è superiore al piacere e al benessere. La vita è una sola, e ogni persona è unica. E’ la cosa più importante di tutte, eppure troppo spesso ce ne dimentichiamo.
Non siamo nati solo per mangiare, né per guadagnare denaro, né per starcene senza far nulla, né per lasciare eredi, né tantomeno per invecchiare. Non siamo nati per lavorare incessantemente, carichi di rabbia, senza fermarci mai , con la sensazione che ci manchi (sempre) qualcosa ……
Vorrei che nessuno più fosse sconfitto. Vorrei che nessuno di quegli insostituibili sorrisi si perdesse, schiacciato dal tempo in cui viviamo. Potrò sembrare pessimista, a giudicare da quello che ho scritto, ma penso anche che tutte le donne giovani e sensibili stiano cominciando a capire. E’ che i risultati ancora non si vedono, perché stanno facendo solo dei tentativi, ma ho l’impressione che abbiano tolto il piede dall’acceleratore, e stiano ragionando seriamente su come fare per non lasciarsi travolgere dagli eventi. E’ un momento difficile, ma deve esserci per forza una via di scampo …. (per ottenere una ricchezza autentica conservando la propria serenità … dove non c’è speranza, non c’è neanche vita!).
Cos’è successo a tutti? C’è proprio bisogno di distinguersi dagli altri? Proviamo a trascorrere del tempo con gli amici o con la nostra famiglia, semplicemente, ripensando alle cose che abbiamo visto durante la giornata, raccontandocele. Lavoriamo il minimo indispensabile, concediamoci qualche errore, e se qualche volta otteniamo dei buoni risultati consideriamoli come il nostro piccolo motivo di orgoglio. Cerchiamo di ridurre il tempo passato a guardare cose che non vogliamo guardare e a fare cose che preferiremmo non fare. Limitiamo le ore trascorse inutilmente. Però smettiamola di affannarci per diventare qualcuno a tutti i costi, per prendere iniziative, non ce n’è bisogno. Rallentiamo il ritmo, e prima di addormentarci ripensiamo a ognuna delle cose che abbiamo fatto. Sentiamoci grati per aver trascorso una giornata in salute, per la pace, per avere una famiglia, semplicemente. …. Sono certa che tutti hanno qualcosa come questa. Qualcosa per la quale le altre persone pensano “per fortuna che ci sei”. Ciascuno ha in sé una grande forza. …. Per quanto sia difficile da giudicare a prima vista, quando una persona brilla di luce propria significa che ha qualcosa di speciale. Tutto nasce dentro di noi, attraversa la nostra vita a partire dall’infanzia. La chiave di tutto è solo dentro di noi. Ciascuno è il migliore, ed è il più grande amico di se stesso. Oggi questa sensazione si è attenuata, e le persone sono confuse. Sono certa che, se tendiamo l’orecchio ad ascoltare la voce del nostro istinto, ritroveremo noi stessi. E una volta che si sarà verificato questo incontro, ognuno di noi con la sua grande forza illuminerà la vita di ogni giorno, e chi gli sta vicino.
(Da “Un viaggio chiamato vita” di Banana Yoshimoto- Letto a Villa Cerillo il 25 gennaio ’13 da ClaudiaC.)

Appunti dal web: La vita è un viaggio, e come tutti i viaggi si compone di ricordi. In questo libro, Banana Yoshimoto raccoglie preziosi frammenti di memoria e ci porta con sé, lontano nel tempo e nel mondo. Dalle emozioni del primo amore alla scoperta della maternità, dalle piramidi egiziane alla Tokyo degli anni settanta. Con la consueta leggerezza della sua scrittura, ricostruisce le emozioni dell’esistenza a partire da un profumo, da un sapore, da un effetto di luce o dal rumore della pioggia e del vento. È così che una pianta di rosmarino ci trasporta da un minuscolo appartamento di Tokyo al tramonto luccicante della Sicilia, e che un contenitore pieno di alghe diventa l’occasione per esplorare il dolore della perdita. I pensieri in libertà di Banana Yoshimoto ci accompagnano fino al centro del suo mondo letterario e lungo il nostro personale “viaggio della vita”, fatto di promesse e di incontri, di stupore e di meraviglia, di malinconia e di sofferenza. Dalle pagine di questo libro, l’autrice ci invita a riappropriarci del nostro tempo e a non perdere mai la fiducia negli altri esseri umani, perché quello che rimane, al termine del più difficile dei viaggi, è il riflesso nella nostra memoria di ogni singolo giorno vissuto.

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