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lunedì 31 dicembre 2012

ELOGIO DELLA DEMOCRAZIA di Pericle -461 a.C. ( ! ! ! )


Qui ad Atene noi facciamo così.
Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene
chiamato democrazia.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute
private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.
Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri,
chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una
ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.
Qui ad Atene noi facciamo così.
La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo
sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al
nostro prossimo piace vivere a modo suo.
Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre
pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.
Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie
faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere
le sue questioni private.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di
rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che
ricevono offesa.
E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che
risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon
senso.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma
inutile; e benchè in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh
tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.
Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della
democrazia.
Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo
il frutto del valore.
Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese
cresce sviluppando in sé una felice versalità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.
Qui ad Atene noi facciamo così.
(Pericle - Discorso agli Ateniesi, 461 a.C.
Letto a Villa Cerillo il 28 Dic.’12 da Giuseppe Nappi)

4 commenti:

Marzullann ha detto...

Proprio come oggi ! eh?... BUON ANNO 2013 DEMOCRAZIA !!!

Marzullann ha detto...

http://youmedia.fanpage.it/video/UM-PYOSwinh4uLYw

Marzullann ha detto...

Con Paolo Rossi risentiamolo ... http://www.youtube.com/watch?v=dHW2YaReTwY

Giuseppe Seneca ha detto...

Il brano è tratto dal discorso di Pericle in commemorazione dei caduti del primo anno di guerra (431 a.C.), riportato (o ricostruito) dallo storico greco Tucidide nel libro II della Guerra del Peloponneso. Vi troviamo una rappresentazione orgogliosa della città che esercita un’egemonia incontrastata nel mondo greco. Pericle ne sottolinea la superiorità sul piano culturale e politico, conferendole i titoli di merito che ne fanno la «maestra» dei Greci. Il modello politico e normativo qui delineato ha esercitato un fascino straordinario sulla cultura umanistica occidentale. Nonostante si tratti evidentemente di un’idealizzazione, ciò che Pericle dice sul senso della democrazia e sui valori che costituiscono la persona umana ha fatto di Atene un mito che mantiene le sue ragioni. Soprattutto aggiungo--nel nostro contesto politico nazionale,fatto di “discese in campo” o di “salite” a vario tipo,che non ha permesso all’attore Paolo Rossi di recitare qualche anno fa il monologo che segue—con un’autentica azione di censura- ritenuto dai vertici della RAI “sconveniente”. In questo modo—aggiungo ancora—lo ha reso ancora più terribilmente attuale.