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mercoledì 2 maggio 2012

“In ricordo di Michele Sovente”

1)Va e viene la risacca, insiste / l’acqua a ingoiare le impronte, chi/ non ha resistito ai ripetuti/ assalti del freddo,del buio/ appartiene al passato. Dubbio/ su dubbio volano via le ipotesi/ di fuga, le giornate.La piazza / e il porto dopotutto restano/ lo spazio da attraversare.Viene/ la luce dell’estate,chi non c’è più ogni tanto è ricordato./ Contarsi di nascosto, destreggiarsi/ con le proprie forme,con il limite/ vuol dire esserci ancora,qui.
(… e così l’amico Rosso ci ha ricordato…

…il loro primo incontro: Michele aspirante seminarista …gli altri ragazzi e Rosso stesso…con i capelli lunghi.. aspiranti figli dei fiori sull’onda musicale dei Beatles..
2)Leggera una farfalla va/ da una finestra all’altra viene bianca come il vento va/nel buio          viene/come un fiato senza/ tempo viene e va
Papilio leniter it/ de fenestra ad fenestram venit/ albus ut ventus it/ per tenebras venit/ ut flatus sine/ tempore venit et it.
Leggia na palomma vò/ ra na finesta a n’ata vène/ janca comm’u viento vò/ rint’u scuro vène/ comm’a nu sciato senza/ tempo vène e vò.
(…e il racconto di Rosso continua …sulla ragione per cui Michele amava scrivere in cappellese e in latino oltre che in italiano….ed a volte anche in francese..;.. sulla figura della madre di Michele …)
3)Le domeniche erano piene/ di voci di voli. Nella luce/ andavano le ragazze.L’aria/ di Cuma le avvolgeva. Dietro/ le ombre correvano i desideri./ Dall’altra parte del mare/ si avvicendavano le nuvole.
4)Ecco: pianificati omogeneizzati/ ciberneticamente programmati/ riflessi condizionati./ Ecco: via gli stimoli aggressivi/ i conflitti sempre e solo regressivi/ uno il potere una la scienza:/ gli Audiovisivi./ Ecco: sintetico funzionale/ l’uomo al naturale
(…sull ’incontro con gli altri… le ragazze … e i bambini…)
5)Fave  come lame/ arance come pianeti/ nella campagna di Cuma/ prima e dopo pasqua// Quest’anno/ se ci penso / brillano un po’ meno/ perché è morto/ zio Vincenzo.
(… ed il suo grande, immenso, amore per la propria terra ed il desiderio di assimilarsi ad essa...)
6)Me spertosa e spertosa la rosa/spine longhe/ca cecano ll’uocchie/ e rusecava ‘a cunocchia/’u ghianco de li scale/…’Nzanguegna è ‘a luna:pilosa/ca se ‘mbestialisce la luna/e otto furbiciate otto/e pure sotto ‘u cappotto/cu otto rareche otto/s’arrifugiava lu vierno…( Da “Poesie”di Michele Sovente)

E continuando…, dove I. sta per intervistatrice-gruppolettura ed M. sta per Michele:
“Intervista immaginaria al poeta Michele Sovente”
      
I-Signor poeta Michele, prima la incrociavo spesso per strada. Io in macchina, mentre correvo affannata da un posto all’altro, e lei puntualmente a piedi, calmo, sudato e carico di buste della spesa. E’ un po’ di tempo che non l’ho più vista: come mai?
M-Prima di tutto lasciamo stare i salamelecchi e il “lei” e il poeta. Tutti quelli che vogliono
chiarimenti mi diano del tu e mi chiamino Michele, perché sono sempre stato interessato a rapporti sostanziali  e non formali. Anzi, se per favore mi chiamate Michelino, sarò ancora più contento, perché l’essere chiamato così, mi ricorda tutto un mondo di affetti.
Detto questo,rispondo alla tua domanda: non mi vedi più, perché mi sono trasferito.
        I-E’ possibile sapere dove ti sei trasferito?
M-Adesso abito in un luogo che in comune con i Campi Flegrei ha solo la prima parte del
nome;  questo luogo, anzi, questo non-luogo si chiama Campi Elisi.
         I-Perché ti sei trasferito? E ti trovi bene là?
M-Nei luoghi dove voi Superstiti ancora abitate, l’avidità e la dissennatezza hanno indotto gli uomini  a mangiarsi la terra e ad avvelenarla; presto essi si mangeranno anche tra di  loro, perché la terra desolata non darà più frutti. Là mi trovo bene: vi fiorisce il mirto, l’alloro e l’asfodelo,  e il tempo è sempre bello.
     I-Se vado in un’agenzia di viaggi per prenotare una vacanza nei Campi Elisi, troverò
ancora posti disponibili?
M-L’unica agenzia con posti ancora disponibili è a Cappella, il mio amato paese, e si trova proprio accanto all’agenzia di viaggi finti e provvisori : propone dei viaggi last minute niente male. Però, per i Campi Elisi, oltre a tutti i visti e i documenti in regola, ci vuole il Ramo d’ Oro.
     I-Il Ramo d’Oro? In quale ipermercato o centro commerciale possiamo trovarlo?
M-Non lo so. A me lo ha regalato la Sibilla. Lo regala solo a quelli che sono in grado di   
comprendere i suoi misteriosi vaticini.
             I-E’ ‘na parola! Quella parla latino e solo tu puoi capirla! Ma dimmi la verità : là ti
trovi proprio bene? Non ti manca niente?
M-Ti dico la verità: mi trovo bene; ma mi mancano un sacco di cose. Mi mancano la
Luna, il Vento, il Mare, le Nuvole leggere, la Pioggia che trasforma i giardini in foreste incantate,  i Muri scrostati e poi gli Aranci, i Limoni e le Fave.
            I-Perché? Tutte queste cose non ci sono?
M-Te l’ho detto; là splende sempre il Sole e i corpi non fanno Ombra (altra cosa che mi manca). Quanto agli Aranci e ai Limoni, questi alberi crescono solo nel giardino delle Urì e là non ci possiamo andare perché gli arabi che lo abitano, ce lo impediscono: dicono che siamo infedeli. Quanto alle Fave, così buone con il lardo,la pancetta e il pane caldo, quel tignoso di Pitagora e dei suoi seguaci mi impediscono di coltivarle: dicono che il calamo vuoto di quella pianta fa risalire i dèmoni dagli Inferi. Come vedi, anche là c’è qualcuno che rompe.
           I-Quando potremo risentirla di nuovo?
M-In qualsiasi momento. Basta leggere dei miei versi: sono orme indelebili sulla
soffice sabbia che la risacca accarezza, ma non cancella. Oppure; se non hai tempo o voglia di leggere, portati a Cuma e in silenzio volgi gli occhi al lontano orizzonte che poggia sull’azzurro del mare. Mi sentirai nell’alito del vento profumato di erbe ed arbusti marini e nei fremiti della terra che vive del mio amore per lei ...I    N    F    I    N    I    T    O.......
Ave atque vale, Michele.        Rosso, amico superstite
                                  ericcodeituoidonipreziosi                  
Villa Cerillo, Bacoli, il Ventisette di Aprile, dell’anno Duemila e dodici.

 “ Per Michele”
C’è un inchiostro
che indelebile segna le acque
rivanga le bellezze
di questa terra
travolgendo nelle onde
rossi tramonti e bianche albe.
Sono i versi di un poeta
a raccontare che una penna
non vibrerà più sulla carta.
Sono i ricordi fugaci
le lacrime perse
le parole spezzate nell’aria.
È musica il tuo vivo cantare
è un viaggio la tua assenza lontana
da questo vivere mortale.
Che avventure scrivi?
Che rime parli?
Lo sguardo dall’alto
solca i confini
e si stringe in tiepidi abbracci
stretti in un respiro.
(Poesia di Ersilia Anna Petillo letta da Rosso Capuano, con voce rotta dall’emozione!).

2 commenti:

ErsiliAnna ha detto...

Credo di essermi persa uno degli incontri più belli del cantuccio, nonostante ciò ho voluto esserci con un verso, un ricordo ed un pensiero a Michele che non ho avuto il piacere di conoscere personalmente ma credo che i suoi versi raccontino e molto di lui. Quando ho ricevuto l'ivito di Anna per l'incontro di rito ed ho letto del ricordo a Michele sono stata come posseduta da qualcosa o da qualcuno. L'inchiostro non faceva altro che scendermi dalle mani e macchiare di poesia il foglio bianco così dopo aver scritto ho ritenuto opportuno non trasformare, apportare modifico a quel momento di libertà che il nome di Michele mi aveva regalato. Ancora più felice sono stata nel sapere che zio Rosso ha letto, commuovendosi, il mio umile componimento... è stato un bel tramite. Infine spero che anche a te Michele sia piaciuta ovunque tu sia. Un grandissimo abbraccio a tutto il cantuccio alle persone che lo rendono così speciale e ad Anna, spero di rivedervi presto. Ersilia.

Marzullann ha detto...

...e noi ti accoglieremo sempre con gioia... perchè sei speciale come i tuoi doni letterari.Baci.