Ho scelto di leggervi qualcosa di questo libro “IL COLORE DENTRO LA NOTTE” perché desidero trasmettervi qualcosa di personale. Infatti, conobbi l’autrice nel 1987 come ns. vicina di casa in vacanza a Procida. Eravamo due famiglie, ancora giovani con i figli piccoli ed in vacanza lì.
Ci siamo rincontrati dopo 21 anni.Una mattina venni col camper dell’ALTS a Pozzuoli per le visite di prevenzione senologica e trovai che lei ed il marito aspettavano il nostro arrivo. Poi mi raccontò la sua storia: era stata affetta da tumore al seno, operata, sottoposta a terapia citostatica e radiante.
Comunicandole che sarei venuto qui, nel gruppo di lettura a Villa Cerillo, e avrei presentato il suo libro, le ho chiesto di indicarmi un passo che le sembrasse particolarmente significativo. Mi ha risposto:leggerei il capitolo “Di corsa in ospedale”.
E’ un libro autobiografico, scritto in terza persona. La protagonista, Maelle, è lei: professoressa in un liceo del Vomero, felicemente coniugata, madre di due figli.
Andiamo alla lettura dei “passi consigliati” e di qualcuno, come vi dirò dopo, scelto da me.
“Che dire?Apprensione, stanchezza, desolazione, sospiri appena percettibili. E’ un momento delicato:(Maelle) deve prendere in mano la situazione. Improvvisi moti di ansia le impediscono di comunicare. Lei vorrebbe avere il tempo di urlare, la forza di sfogarsi all’esterno, magari di abbandonarsi all’isterismo. Eppure non vi riesce: resta così, allucinata, a pensare. Cerca di focalizzare, per aiutarsi, i tanti momenti felici che, con il passare del tempo, diventano memorie indimenticabili. A che serve? Si ripete. Ricorda di come ha appreso il sospetto diagnostico del cancro. Ricorda la visita di prevenzione effettuata presso la sua scuola in un camper dell’ALTS e continua nel racconto.. Una volta salita sul camper , una giovane dottoressa incinta, dal fare avvolgente, aveva cominciato a visitarla con veloce ed estrema perizia. Gli occhi socchiusi, muoveva velocemente le dita sul suo seno “Sento una massa” le aveva detto, “sento anche un linfonodo”. La prof. era scesa dal camper in trance e, quasi a volersi aiutare, era rientrata nell’atrio dell’istituto scolastico.
Ricordando che subito dopo, quella stessa mattina, prima di tornare a casa, era andata in un centro a completare gli accertamenti, continua: ora aspetta in un ambulatorio un tempo che le sembrava interminabile , fra una marea di donne. Per darsi coraggio si ripete più volte la frase citata da Totò in un film “uno che non ha pazienza che paziente è?” Impara che la sala d’attesa è il luogo più importante del percorso, è il crocevia di persone che necessitano di conforto smisurato. Nell’attesa sente che altre pazienti invocano la protezione di San Giuseppe . Chiede loro che c’entra San Giuseppe con i seni delle donne? Maelle viene a sapere che il San Giuseppe invocato è il nostro santo napoletano Giuseppe Moscati che era medico. In verità e sincerità il nostro, permettetemi, collega dovrebbe proteggere noi medici per evitare di sbagliare nella cura delle donne. Scusate la divagazione! Riprendiamo il testo che ci parla di Maelle in stato di benessere dopo anni di terapie, come vi ho già detto. Ha bisogno di una dimensione più immediatamente vivibile. Ha voglia di fare di più e lo ribadisce a sé stessa … Mi impegnerò nell’ALTS … vi convoglierò tutta l’esperienza possibile , maturata in questi anni, porterò il messaggio della prevenzione in tutte le scuole possibili. Vorrei comunicarvi la mia idea sul comportamento da tenere con i malati anche inguaribili: di non mistificare la verità. Lo faccio con le parole di Maelle : Si siedono sul suo letto e, senza nemmeno guardarla in viso, per paura di essere coinvolte in quella sofferenza affermano, con subitanea immediatezza “Come stai bene, ti vedo proprio bene” e, intanto, si toccano il seno , come ad averne una conferma. Nessuno si ferma a chiederle “al di là dell’apparenza tu, come ti senti?” e continua la protagonista : Sul posto di lavoro , alcune colleghe mostrano una curiosità morbosa, altre la evitano, altre sono indifferenti.
Maelle alias Maria De Paolis ora è andata in pensione, continua nella sua attività di volontariato sia su i camper sia parlando, senza falsi pudori, della sua esperienza anche in incontri letterari come questo.
(“Stralci” da Il COLORE DENTRO LA NOTTE di Maria De Paolis - Lettore: FrancescoA.)
http://alts.it/component/content/article/22-libri-utili/418-il-romanzo-di-maria.html
1 commento:
anche io sono stata operata al seno 9 anni fa. E'talmente tanta la rapidità con cui si susseguono questi eventi, dalla diagnosi all'intervento alla terapia, che quasi non riesci a renderti conto della situazione. mi sentivo inebetita.Solo dopo tanto tempo ho realizzato la fortuna che avevo avuto di poterlo raccontare. Raccomando tanto. e vivamente di eseguire la prevenzione e soprattutto di convincere le altre a fare gli esami. E' altissimo il numero delle donne, tra cui io, che si sono salvate in questo modo.
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