Non aggiungo altro se non la considerazione che attraverso la scrittura e la condivisione, magari anche della lettura, … ci si sente sicuramente più vicini, più forti … tutti.
Evidenzio il commento di SantinaM. che è riuscita davvero a sintetizzare il “comune sentire”di tutto il Gruppo di Lettura.
(Marzullann)
E’ sicuramente l’emozione il sentimento che alberga nell’animo del lettore che arriva alla fine del libro, con un senso di profonda pace cercata e sperata in ogni capitolo.
Da un profondo disagio, sia fisico che psichico, del protagonista, si arriva, in un turbinio di molteplici sentimenti, quali rabbia, dolore e impotenza verso gli altri, ad un profondo e significativo ricongiungimento del proprio io, sia con la società, sempre pronta alla critica, sia, soprattutto, verso il proprio nucleo familiare.
Il pessimismo del protagonista è tangibile, sofferto e voluto, ma è teso spasmodicamente al piano amoroso della infinita misericordia di Dio:
fra le righe si percepisce chiaramente la consapevolezza delle proprie colpe , dovute ad un esacerbarsi di sentimenti contrastanti come la gelosia, l’egocentrismo e una certa mancanza di carattere che l’hanno indotto a molti errori di valutazione.
Alla fine, però, tutto ciò passa in secondo piano, quando la coscienza si appresta ad abbracciare i vari suggerimenti e le squisite parole dei nobili interpellati che, o con durezza o, soprattutto, con dolcezza, cercano di riportare Ernesto, cioè il protagonista, sulla via della normalità, inculcandogli amore, fiducia, ma soprattutto, rispetto verso sé stesso.
E’ un libro d’amore, di lacerazione e di umanità infinita accompagnato, e ciò accresce il suo valore, da una estrema cultura e preparazione di tutto ciò che di più raffinato può presentare la nostra letteratura italiana e non.
(SantinaM.)
Dal WEB:
La vita di Ernesto Salemme, bacolese di nascita e di scelta, è stata finora un’implacabile lotta contro un Destino di solitudine e di malattia, una lotta portata avanti con le armi della scrittura, del teatro, e del dialogo maieutico con i suoi alunni del Liceo Scientifico ( nel quale insegna Materie Letterarie). Questa lotta lo ha portato, nel novembre del 2005 ad un mese di ricovero psichiatrico, grazie al quale ha conosciuto i dottori Giuseppe Piegari e Pasquale Saviano, che gli hanno salvato la vita. In questo libro, regola definitivamente i conti con il suo Destino e con la sua famiglia di origine, e in modo particolare con l’ombra del padre e con la gloria del fratello Vincenzo.
Altre sue opere:Bacoli Muta- Il Mistero di Colorata- Sogno di un teatro- Una giornata nuova
3 commenti:
Per chi conosce l’autore,” Come per se stessa mossa” è un libro chiaramente autobiografico che parla di un viaggio in treno, viaggio che è metafora della vita, in cui egli incontra come compagni di viaggio i più grandi letterati italiani a partire da Virgilio e arrivando a Pasolini. In ogni incontro egli compie una rielaborazione della scrittura di ogni letterato , la collega al suo vissuto ed alle sue sofferenze traendone degli insegnamenti .
Il viaggio in treno del protagonista del libro, di ritorno da una seduta col suo psichiatra è un momento per rielaborare tutto il disagio del suo vivere e dei complicati rapporti con la sua importantissima famiglia e con la sua piccola città in cui è nato e vive, entrambe amatissime, da cui però non si sentiva in egual misura accettato ed amato .
Ernesto Salemme è un uomo che non ha mai fatto mistero del suo percorso di vita e delle sue sofferenze culminate con la sua personale discesa agli inferi da cui però ha saputo ritrovare la sua resurrezione.Il libro è anche una dichiarazione d’amore per la moglie, il figlio, per la letteratura e per l’insegnamento..
Ernesto Salemme è ora un uomo molto generoso, che fa molto per diffondere la sua conoscenza della letteratura italiana a tutti.. Grazie professore
E' un percorso misto di guarigione e conversione, basato tutto sul potere delle "parole", parole rancorose di condanna e autocommiserazione, malsane, dette, taciute, ascoltate, o forse solo immaginate dal protagonista. Parole che hanno creato il disagio, alimentandolo, amplificandolo e trasformandolo in sofferenza fisica e psichica. Ed ecco che da fonte autorevole, dai maggiori scrittori italiani accorrono in suo aiuto altre parole, di comprensione e incitamento, parole che sciolgono i nodi, sbrogliano la matassa dando un senso a tanto dolore. A me personalmente il libro ha chiarito alcune dolorose dinamiche familiari, e per questo è stata una lettura"sofferta"ma è servita, per cui penso che con "Come per se stessa mossa" lo scrittore Ernesto Salemme abbia come dire pagato il debito, chiuso il cerchio.
Ernesto Salemme è solito denominare “Come per sé stessa mossa” e gli altri 4 testi da lui prodotti, come “libricini”ma, al di là del volume sì ridotto, sono 5 “piccoli grandi libri”perché segnano il percorso di trasformazione della energia spesso incontrollata o incontrollabile del dolore in energia creativa e positiva per sé e per gli altri. Ciò, di per sé, ne decreta il “successo” inteso secondo la definizione di Elisabeth-Anne “Bessy” Anderson Stanley:” Ha avuto successo colui che ha vissuto bene ….. trovato il proprio posto ed ha portato a termine il proprio compito; chi ha saputo apprezzare la bellezza della Terra e non ha mai mancato occasione di esprimerla; chi ha lasciato il mondo meglio di come lo ha trovato, grazie ai fiori che ha coltivato, a una poesia completata, a un’anima salvata. Chi ha cercato sempre il meglio negli altri, e ha dato loro il meglio di sé; colui la cui vita è stata una fonte di ispirazione, il cui ricordo una benedizione.
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