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venerdì 7 ottobre 2011

ABBANDONI di Carlo Landolfi

Dal WEB: Dopo i fuochi d’artificio e l’euforia per la vittoria ai mondiali di calcio, nell’’hinterland napoletano esplode un conflitto mai risolto tra Silvano e il padre, noto medico, direttore di cattedra universitaria. Il giovane decise di ritrovare una persona a cui era molto legato al tempo del liceo. L’intreccio, originale e complesso, si sviluppa intorno a figure giovanili ed evidenzia la difficile eredità lavorativa lasciata alle nuove generazioni. Nella complessità delle relazioni tra i personaggi si fa strada una teoria dell’amore, supportata da empatia e condivisione di progetti, al di fuori della quale c’è posto solo per gli abbandoni. In una narrazione permeata di sentimenti delicati ed emozioni si ravvisa la denuncia per una società incapace di coordinarsi su modelli significativi. Il romanzo offre soprattutto ai giovani spunti di riflessione e dibattito sulla complessa realtà odierna, lungo direttrici che s’intrecciano e si rincorrono tra i capitoli del romanzo. Recuperare i sentimenti e le emozioni della vita di tutti i giorni con rinnovata energia, in sintonia con il cuore oltre che con la ragione.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho letto con piacere il romanzo, la sensazione che ne ho ricavato è stata quella di conoscerne da sempre i protagonisti. Li ho incontrati nella mia vita;
sono i miei vecchi compagni di scuola, alcuni divenuti amici di tutta la vita, i miei alunni. Leggendo si entra da subito in empatia con le loro difficoltà, con la necessità vitale di comunicare con i nostri simili , riconoscendo sul loro
volto il nostro, con la convinzione che ognuno di noi è il risultato delle
persone che, nel bene o nel male, ha incontrato: tutti hanno lasciato un segno.
Alessandra, persona ora in difficoltà, ha lasciato su Silvano il suo segno.
E' un romanzo corale in cui ognuno è protagonista della sua storia e cerca disperatamente ed anche inconsapevolmente di dare un nome ai sentimenti che lo
animano. Nel romanzo
emergono i grandi temi della difficoltà di comunicazione inter-generazionale, della voglia dei giovani di costruire il loro progetto di vita. Ma anche le
difficoltà dei genitori di essere tali, spesso convinti di aver fatto e fare il meglio. Alessandra ha dedicato tutta la sua vita ai giovani e non ha visto il
dolore del figlio: quanti sensi di colpa, come donna, come madre , come insegnante. Ma Silvano, figlio, alunno,amico la riscatta.
Il titolo Abbandoni è lo scorrere della vita,è il continuo mutare delle cose, è dover far pace ogni giorno con ciò che non c'è più, sia dentro di noi che fuori. Ma per essere abbandonati bisogna rischiare l'incontro, el'incontro,
anche se doloroso, è il sale della vita.

marzullann ha detto...

grazie anonimo per la tua bella e sentita testimonianza.. spero di leggerti ancora... magari con un nik che ti possa, quantomeno, caratterizzare.