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martedì 19 luglio 2011

I RACCONTI DI GIOSAFATTE E DEL SUO SETTIMO NIPOTE di Rosso Capuano

E’ un atto d’amore questa piccola grande Raccolta dallo scrigno della memoria di Rosso Capuano ! …verso il nonno Giusafàt , che antico baby-sitter intratteneva i nipotini  seminando ricordi,…e verso i Bacolesi che numerosi, quanto per lo più inconsapevoli,  si fregiano di nomi di grande spessore e biblica eco. Vero protagonista, a mio avviso, è proprio l’orgoglio di appartenenza alle proprie radici…a quegli ebrei spagnoli esuli del XV sec. che, disseminandosi nei paesi del bacino mediterraneo, trovarono rifugio, come piccola comunità,anche a  Posillipo (luogo che lenisce il dolore). A Napoli, però,dopo la iniziale politica tollerante ed ospitale degli aragonesi, anche  i discendenti di quegli ebrei esuli spagnoli del XV sec. furono nel tempo costretti a convertirsi o a darsi nuovamente all’esilio se non a scegliere il martirio. Si rinnovarono, quindi, forme di marranesimo (persecuzione dei marrani, maiali in spagnolo, ovvero dei cristianos nuevos) che portarono nei secoli successivi a cancellare la memoria del passato (v. approfondimento storico  http://www.ilmondodisuk.com/periodico_sing.asp?id=1850  ). Pare, quindi, che ebrei convertiti, provenienti da Posillipo, si spostarono a Bacoli e dintorni!...ecco spiegato,forse, il grande orgoglio che caratterizza la instancabile “gens Flegrea”!Ho trovato deliziosi questi racconti, minimali e profondi,…dal sapore antico….mi hanno fatto comprendere ancor di più  questa terra, che amo ormai più di quella che mi ha visto nascere alle falde del Vesuvio, all’altro capo del Golfo.
Marzullann
Dal WEB: Sono l’opera prima dello scrittore napoletano Rosso Capuano. Una parte delle storie contenute nel libro è una libera trasposizione dal dialetto all’italiano dei racconti del nonno Giosafatte, mentre altre storie sono la cronaca di fatti della vita reale della comunità del luogo natio a cui lo scrittore sente di appartenere.
Il sottotitolo L’identità ebraica svelata allude alla scoperta dell’autore di tracce dell’origine israelitica di una parte della comunità che popola i Campi Flegrei proprio nei racconti tramandatigli dal nonno Giosafatte, che era già evidente nella conservazione dei nomi biblici ricorrenti come Mosè, Giosuè, Giacobbe, Giosafatte, Giona, Ester, Giuditta, Lia ecc. e in diversi cognomi come Salemme, Cordova, Rabbino, Filisdeo ecc. Ricordando suo nonno, l’autore Rosso Capuano racconta:Il nonno era un grande affabulatore e con il suo repertorio di storie, ballate, favole, racconti di vita, intratteneva i suoi nipoti, quando il freddo e il mal tempo lo costringevano a casa. Con la buona stagione, camminando lentamente con il bastone, Giosafatte incantava la gente di passaggio alla stazione di Torregaveta, capolinea sul mare della Ferrovia Cumana e qualche passante perdeva anche il treno per ascoltare la conclusione di una storia o la fine di qualche lunga ballata in versi. Ottavio di Grazia, professore di storia delle religioni del Mediterraneo  dell’ Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa ed esperto di ebraismo scrive: Queste storie nascono dal vorticoso fluire della memoria: soggettiva e collettiva. Storie narrate dal nonno dell’autore Giosafatte o Giusafàt, come suona nel dialetto della sua terra, Bacoli, terra di miti e leggende, di storie cancellate, di migrazioni, di storie di abbagliante bellezza… Storie che attraversavano luoghi che erano immagini di memoria illuminata da un particolare, da un dettaglio che poteva sembrare arbitrario, che commuoveva, che intrigava e che apriva a potenziali altre storie come un infinito midrash, attraverso l’affascinante fondersi di segni e parole in irreversibile espansione. Storie incantevoli, drammatiche e leggere che sono la staordinaria testimonianza che si affida a racconti i cui personaggi sono tratteggiati in modo indimenticabile, le cui voci sono salvate e ci invitano a salvare la nostra memoria.La raccolta comprende nove storie suddivise in due parti.

9 commenti:

marzullann ha detto...

Mi sono piaciuti davvero tutti questi racconti...volendo esprimere una preferenza...."il testamento n.1" perchè induce a tradurre, anche i sentimenti più negativi come la rabbia, l'aggressività e la miscredenza in qualcosa di costruttivo cmq. per vivere...in un mondo che, è pieno di tutto..,spesso,necessariamente forse, non bello.Come senza il buio non capiremmo la luce...così....forse ..tutto serve e deve servire.C'est la vie!
Molto intenso anche "Furba"...l'ineluttabile forza istintuale...assolutamente incontrollabile per sua natura nell'animale...faticosamente e doverosamente da gestire per l'homo sapiens!Tutti cmq. vere chicche!

marzullann ha detto...

Carinissima la bestemmia consentita..già udita da me in passato: ..mannaggia u suricillo e pezza 'nfosa!

AngelaRi ha detto...

Invogliante questa tua recensione. In attesa di poterlo leggere ti voglio ringraziare per avermi fatto conoscere questo spazio. Ti lascio un caro caro saluto!!

una bacolese ha detto...

mi sono molto emozionata...mi ha riportato alla mia infanzia!

rosso capuano ha detto...

Cara Marzullann, ho letto la tua recensione al mio libro un po' di tempo fa e adesso di ritorno dalle vacanze ti scrivo per ringraziarti:è puntuale,bella e commovente.Con il tuo scritto mi confermi che i miei racconti di memorie e di amore per un mondo scomparso colpiscono in particolare le donne, che posseggono una speciale sensibilità nel recepire le tematiche affettive sottostanti il mio testo letterario. Alcune lettrici che mi hanno contattato,mi hanno confessato che l'emozione provata nel rivisitare un passato perduto e appartenente alla loro infanzia è stata grande ed è talvolta sfociata in un pianto gioioso.Tuttavia il libro nel suo complesso vuole essere anche una riflessione sulla vita umana,sulle violenza e l'ingiustizia che, nel corso della storia e ancora adesso,molti uomini e donne indifesi hanno subito e subiscono;specialmente quando si tende a negare e disconoscere l'altro e la sua specifica identità e ad imporgli modelli non suoi.Se un essere umano o una comunità perde la propria identità e i propri valori è perso alla storia e alla vita.Un'ultima cosa. Il libro è anche un atto d'amore per molti scrittori italiani e stranieri che hanno arricchito la mia vita:oltre alle citazioni esplicite che precedono ogni racconto,ve ne sono diverse all'interno dei racconti o addirittura nella loro struttura complessiva: è una caccia al tesoro che propongo ai miei lettori,scopritele! Scherzo,la lettura non può essere mai un fatto cervellotico; ma un continuo "sentire", che rende un po'più piacevole la vita,specialmente in un mondo come il nostro, in cui tutto è mercificato:anche i sentimenti. Ti saluto con affetto e con un a risentirci al mio prossimo libro. Rosso Capuano

marzullann ha detto...

...non ho parole Rosso...grazie per averci donato questa ulteriore testimonianza di un gran bel flegreo!...al tuo prossimo libro !

annacgroupe ha detto...

Questi racconti sono tutti molto belli, storie che si leggono tutte con grande entusiasmo e scorrevolezza, soprattutto i riferimenti a luoghi e persone geograficamente vicini, rendono queste storie ancora più intriganti e commoventi. Mi ha colpito in modo particolare la storia di Samuele, un uomo giusto, che anche se non battezzato, viene ammesso in Paradiso perchè il signore indipendentemente dalla fede religiosa accoglie tutti i giusti

santina mancino ha detto...

Il libro di Rosso Capuano e le poesie di Michele Sovente a mio parere dovrebbero entrare a far parte del percorso culturale di tutti coloro che amano conoscere sia le tradizioni ma soprattutto le origine antropologighe di esse accompagnate inoltre da una piacevole scorrevolezza della lettura.

giusigarbina ha detto...

La storia di una comunità non è fatta solamente da ciò che impariamo sui libri di scuola che parlano di re, principi, capitani coraggiosi, guerre e trattati di pace, ma va ricercata nell’essenza più vera della vita che si ritrova nei racconti, nelle favole, nei detti popolari, nelle ricette, nel modo di coltivare la terra e di conservare il cibo per l’inverno e anche ….. nel modo di bestemmiare.
Bravo Rosso che, nelle novelle tramandate oralmente per chissà quante generazioni, hai trovato il fil-rouge (appropriatamente rosso) che porta alle origini ebraiche della popolazione di Bacoli ciò che unisce Bacoli.