E’ risultata quindi di grande attrattiva questa raccolta di incontri tra varie donne e la loro psicologa comune, perno di un vero caleidoscopio femminile.Storia di altre donne sicuramente utile alla nostra storia. Vedremo….Questo accadeva a marzo c.a.!
La lettura si è protratta fino ad oggi perché, a parte il tempo limitato di 1 solo incontro a settimana, è stata via via parecchio discussa e commentata tra noi.
La narrazione-dossier della Bernardini è un vero e proprio slalom nell’universo femminile, scorrevole ma altresì molto articolato.
Si incontrano tutti i maggiori conflitti che una donna normale, si vive giorno per giorno rispetto al lavoro ed alla realizzazione di sé nella società, rispetto all’amore ed al partner, rispetto alla famiglia ed ai figli.
La scrittrice ci descrive e commenta, con grande perizia, le vicende raccontatele direttamente dalle donne (non ama definirle pazienti) che incontra ed ascolta come psicologa, i loro sogni “spericolati” semplicemente perchè…..”sembra così difficile amare un uomo ma anche noi stesse, i nostri desideri, il piacere profondo della nostra speciale individualità”.
Dà però anche speranza la Bernardini:…una rivoluzione sia pur lenta è in corso, per le donne ma anche per i nuovi uomini, tesa a poter davvero realizzare la propria normalità!
E’ stata, per me, la lettura più coivolgente di tutte, tra quelle dell’anno, difficile da commentare in quanto complessa e vasta nelle tematiche, molto toccante e sicuramente utile (a donne e uomini!).
Lascio alle “cantuccine” del gruppo di lettura il commento dei casi e relative “questioni”che più le hanno coinvolte singolarmente.
OKOKOKOKOKMarzullann
Dal WEB:"Ci vuole coraggio, di questi tempi, a essere normali. A riconoscere come normali i propri desideri, le proprie aspirazioni" sottolinea Irene Bernardini, psicologa,nelle prime pagine di questo umanissimo (e sincero) racconto dell'animo femminile. "Ho imparato che le donne hanno immense riserve di coraggio e di dignità. E per farle affiorare serve a volte uno scossone da parte di un'altra donna." È questo l'atteggiamento, sensibile ma fermo, con cui lei - l'"altra" donna - accompagna, fianco a fianco, le sue pazienti: madri, mogli, compagne, amanti, casalinghe o affermate professioniste. Come Elisa, quarantenne single in carriera, un'esistenza all'apparenza perfetta, in realtà incapace di amare ed essere amata; o Elena, trentadue anni, stimata specialista in ginecologia e ostetricia, lavoro a contratto in una clinica universitaria finché non resta incinta di un collega "molto sposato" e le viene garbatamente suggerito di farsi da parte. Francesca, giovane commercialista e madre, prova un odio distruttivo verso l'ex marito. L'amore, i figli, il lavoro, la vita sociale sono bisogni faticosamente conciliabili, e trovare un equilibrio non è così facile. Occorre forse talvolta essere un po' acrobate, ma non è necessario essere speciali. In fondo, le qualità più preziose, ci dice la Bernardini, sono proprio il coraggio di essere normali, la capacità di non strafare e di attingere con orgoglio alle risorse più tipicamente femminili: l'intelligenza affettiva, l'empatia, la generosità.
La lettura si è protratta fino ad oggi perché, a parte il tempo limitato di 1 solo incontro a settimana, è stata via via parecchio discussa e commentata tra noi.
La narrazione-dossier della Bernardini è un vero e proprio slalom nell’universo femminile, scorrevole ma altresì molto articolato.
Si incontrano tutti i maggiori conflitti che una donna normale, si vive giorno per giorno rispetto al lavoro ed alla realizzazione di sé nella società, rispetto all’amore ed al partner, rispetto alla famiglia ed ai figli.
La scrittrice ci descrive e commenta, con grande perizia, le vicende raccontatele direttamente dalle donne (non ama definirle pazienti) che incontra ed ascolta come psicologa, i loro sogni “spericolati” semplicemente perchè…..”sembra così difficile amare un uomo ma anche noi stesse, i nostri desideri, il piacere profondo della nostra speciale individualità”.
Dà però anche speranza la Bernardini:…una rivoluzione sia pur lenta è in corso, per le donne ma anche per i nuovi uomini, tesa a poter davvero realizzare la propria normalità!
E’ stata, per me, la lettura più coivolgente di tutte, tra quelle dell’anno, difficile da commentare in quanto complessa e vasta nelle tematiche, molto toccante e sicuramente utile (a donne e uomini!).
Lascio alle “cantuccine” del gruppo di lettura il commento dei casi e relative “questioni”che più le hanno coinvolte singolarmente.
OKOKOKOKOKMarzullann
Dal WEB:"Ci vuole coraggio, di questi tempi, a essere normali. A riconoscere come normali i propri desideri, le proprie aspirazioni" sottolinea Irene Bernardini, psicologa,nelle prime pagine di questo umanissimo (e sincero) racconto dell'animo femminile. "Ho imparato che le donne hanno immense riserve di coraggio e di dignità. E per farle affiorare serve a volte uno scossone da parte di un'altra donna." È questo l'atteggiamento, sensibile ma fermo, con cui lei - l'"altra" donna - accompagna, fianco a fianco, le sue pazienti: madri, mogli, compagne, amanti, casalinghe o affermate professioniste. Come Elisa, quarantenne single in carriera, un'esistenza all'apparenza perfetta, in realtà incapace di amare ed essere amata; o Elena, trentadue anni, stimata specialista in ginecologia e ostetricia, lavoro a contratto in una clinica universitaria finché non resta incinta di un collega "molto sposato" e le viene garbatamente suggerito di farsi da parte. Francesca, giovane commercialista e madre, prova un odio distruttivo verso l'ex marito. L'amore, i figli, il lavoro, la vita sociale sono bisogni faticosamente conciliabili, e trovare un equilibrio non è così facile. Occorre forse talvolta essere un po' acrobate, ma non è necessario essere speciali. In fondo, le qualità più preziose, ci dice la Bernardini, sono proprio il coraggio di essere normali, la capacità di non strafare e di attingere con orgoglio alle risorse più tipicamente femminili: l'intelligenza affettiva, l'empatia, la generosità.
4 commenti:
Mi fà un po' di timore e imbarazzo commentare questo libro perchè è di un contenuto così profondo , così articolato (l'unica pecca è che vi viene citata troppo spesso la rivista Vanity Fair).
L'autrice viviseziona con metodo tutti quelli che sono i disagi del vivere al femminile, li studia, si cala in prima persona nella situazione senza distacco, li confronta quasi sempre con la sua esperienza quotidiana passata o presente, qualche volta anche futura. Alla fine si ha l'impressione di guardarsi allo specchio e riuscire ad individuare i propri errori.
In particolare mi ha colpito il capitolo iniziale sulla lettera ricevuta da Ivana in cui la Bernardini parla di "sarcasmo addolorato". Ivana le chiede aiuto perchè si trova a vivere un secondo matrimonio (il primo è fallito) con un uomo che la sta ammazzando psicologicamente (arrivando comunque anche a metterle le mani addosso). Un uomo dalla vita sgretolata che sparisce per giorni e poi si ripresenta quando gli pare per rifare "provvista" economica e sentimentale. Ma Ivana non vuole avere un secondo matrimonio fallito (come se non lo fosse già) e arriva ad affermare che alla fine le basta un abbraccio per scordarsi tutto!
Questo fa scattare nell'autrice un senso di rabbia e la replica alla richiesta di aiuto è molto pungente. Un vero e proprio scossone inferto al torpore di Ivana.
La sua reazione viene però contestata da altre lettrici che le scrivono dicendo che così non ha aiutato Ivana anzi l'ha ulteriormente indebolita.
La Bernardini a questo punto si mette in discussione, pubblica le lettere, dice quali sono le sue ragioni e apre un dibattito su se stessa. Non vuole offrire compatimento o solidarietà ad Ivana perchè sarebbe come consigliare una resa e invece lei è convinta che Ivana può riuscire da sola a superare il problema.
Le lettere che arrivano le danno ragione.
Penso che siano davvero importanti queste considerazioni dell'autrice che tendono a mettere in primo piano la donna in genere, facendola prendere coscienza delle sue potenzialità.
non ci sono parole per recensire delle testimonianze così attuali, così quotidiane. e' una tristezza constatare come le coppie in crisi siano in continuo aumento. Quello che mi ha ha fatto enorme piacere leggere nel capitolo di Aurore e Lise, perchè corrisponde ad un mio pensiero di sempre. è stata questa considerazione: Saper fare a meno l'uno dell'altro non allontana un uomo da una donna - l'indipendenza favorisce l'amicizia e il rispetto. Sono convinta che vivere un rapporto mantenendo la propria individualità, nel rispetto sempre dell'altro, sia la maniera migliore per rendere un rapporto più saldo che si arricchisce continuamente
Storie di donne normalmente complicate,donne a cui oggi la società chiede di essere competitive nel lavoro,madri, mogli e perchè no anche sempre giovani e belle.Il libro affronta temi comuni al mondo femminile,ma le pagine che più ho apprezzato sono quelle dedicate alla maternità sia essa cercata o rifiutata.Di come questa possibilità di scelta sia in effetti un ulteriore carico sulle spalle delle donne, costrette molte volte a scegliere tra il cosiddetto destino biologico e le legittime aspirazioni lavorative o di carriera.Tra i vari casi trattati il più emblematico è quello della madre palesemente psicotica in cui si ritrova la credenza comune che per una donna i figli sono la cura di tutti i mali escludendo a priori che a volte possano invece esserne la causa.In conclusione molte delle modalità che la società consiglia per assere una buona madre, sono proprio le ragioni che a volte impediscono di esserlo.
Risulta complicato dare un commento sereno a questo libro che tratta di tematiche più che mai attuali.Si potrebbe scivolare nella banalità, nell'ovvietà...eppure è un libro che colpisce ,che va dritto al cuore in quanto ci si può facilmente rispecchiare in una delle tante storie presentate... in una storia finita per esempio o nella difficoltà dei rapporti interpersonali o ancora nel dilemma se sia più o meno possibile conciliare figli e lavoro...
In effetti il capitolo che tratta di quest'ultima questione è quello che mi ha dato un pò da pensare. "Figli, lavoro.Out-out?"
Alla fine si tratta di una scelta, a volte obbligata,ma pur sempre di una scelta.Nelle lettere a Vanity Fair tra le righe si leggono situazioni diverse..C'è la gioia per aver scelto di crescere il figlio che nel tempo si trasforma nel rimpianto per aver lasciato il lavoro o c'è quel sottile senso di colpa per aver preferito l'uno all'altro o viceversa, per essere stati "costretti" ad optare per uno dei due.Ne esce fuori che solo chi è riuscito ad equilibrare entrambe le cose risulta essere il soggetto più felice e soddisfatto.Sarebbe auspicabile invece che le donne potessero "realmente" scegliere dando la possibilità di orari flessibili, infrastrutture come asili nido vicino ai posti di lavoro,purtroppo siamo ancora in alto mare e l'universo femminile,proprio perchè tale non riesce ad espandersi come potrebbe e vorrebbe.
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