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mercoledì 23 maggio 2012

DIECI DONNE di Marcela Serrano

Recensione di Silvana L.S.

Ebbene sì, ciascuno è solo in questo angolo di universo. E le dieci donne della Serrano ne sono la conferma. Mariti e figli, amiche sorelle e amanti, madri e nonni, una folla che ruota intorno alle protagoniste che a tentoni, come in un gioco “a moscacieca” , cercano la vita, la felicità, se stesse. Non serve cambiare luogo, Santiago è come Parigi, Buenos Aires come Minsk, New York come il quartiere più degradato della città più sperduta del Cile o il deserto di Atacama, “il male di vivere” se lo portano dentro. Tuttavia luoghi, situazioni, persone, gioie, amori e delusioni, benessere degrado e squallore, silenzi complicità e violenze segnano profondamente e negativamente le loro vite e ne costruiscono le fondamenta. La ricerca della propria identità, “l’ebrea errante” che è in ognuna di loro, diventa dunque un percorso ad ostacoli che sembrerebbe indebolire forse annientare Ana Rosa Mané Francisca e la stessa Natasha o Guadalupe e che invece le rende stranamente a poco a poco sempre più forti tanto da trovare finalmente e consapevolmente se stesse.

Il linguaggio, spesso crudo ed essenziale, in molti casi rivela tutta la rabbia e l’insoddisfazione delle protagoniste; altre volte invece quel raccontarsi in modo semplice e “pulito”, anche troppo, è specchio solo della esteriorità che è stato l’elemento dominante nella vita di alcune.
Certo, tutte sono protagoniste così come lo è ciascun essere umano, nel bene e nel male, nella notorietà o nell’anonimato di una vita “comune”, di un luogo comune, in un tempo che non c’è perché sempre uguale là dove c’è violenza.
La lettura condivisa di questo libro ci ha consentito di entrare a gamba tesa in altre vite, in altre realtà, in altri sogni e incubi, a volte lontani dal nostro mondo a volte più vicini e comunque di riconoscerci seppure per un attimo in una delle protagoniste, di guardare insomma dentro di noi.
Silvana L.S.
Dal WEB:Nove donne più una. Nove donne sono convocate dalla psicoterapeuta che hanno in comune per raccontare la loro storia e le ragioni per le quali sono andate in terapia. Sono donne diversissime fra loro: dall’attrice ormai anziana che da giovane ha fatto la vita spensierata della cicala e ora si trova a dover affrontare una difficile solitudine, a quella con un passato problematico che ha saputo, con anni di lavoro su stessa, riconquistarsi una normalità apparentemente banale e insignificante. Sono diversissime per origini, professioni, età, estrazione sociale, in tutto, ma in questi coraggiosi monologhi, tra le righe, scopriamo che per quanto diverse le loro esperienze si richiamano, e che la vera protagonista del romanzo è la femminilità.

2 commenti:

Marzullann ha detto...

Nove donne più una, nel corso di una giornata, per la prima volta, trascorsa insieme, sul pulmann, per andare da Natasha, si raccontano.A sera torneranno alle loro case, dopo aver conosciuto anche la storia di Natasha, con un senso di grande solidarietà tra loro. Questo perché, come la stessa Autrice afferma, Ascoltare storie regala molte vite… raccontarle attenua la solitudine! …. Storie diverse dalle nostre ma, come afferma la stessa Natasha nell’Epilogo,…”alla fine tutte noi, in un modo o nell’altro, abbiamo la stessa storia da raccontare”.

Marzullann ha detto...

Si dice che ogni persona è un’isola,
e non è vero,
ogni persona è un silenzio,
questo si,
un silenzio,
ciascuna con il proprio silenzio,
ciascuna con il silenzio che è.
Josè Saramago