Spesso mi chiedono cosa sia la poesia e, di conseguenza, a che serva.
Potrei rispondere che non serve a niente e, dunque, in un universo –fragile- di merci che producono merci e di rapporti fondati sul “cosa possiedi”, è l’unica attività che può salvare dagli oggetti con codice a barre, l’unica area di libertà, come tutte le attività di pensiero, inclusa la scienza che consenta di poter dire “io sono” e non, solo, “io esisto”.
Più che dire cos’è e a che serve, occorre domandarsi da cosa abbia origine l’attività del poeta.
Dal punto di vista fisico, essa ha fonti neuromotorie (ritmo, metro, danza) e, dal punto di vista cognitivo e sociale, consiste nel riposizionare in equilibrio “omeostatico” la mente quando essa viene “rivoluzionata” da una “dissonanza cognitiva”.
La dissonanza cognitiva è un fenomeno che avviene tutti i giorni e in tutti i momenti. Probabilmente chi sta leggendo è già in dissonanza (Che vuole costui? Che sta dicendo?).
Per capirci, cito qui l’esempio fatto a Bacoli: siamo in treno e un venditore di orologi ci propone di acquistarne uno. Comprendiamo subito che si tratta di orologi rubati e vediamo che –siamo, tra l’altro, collezionisti di orologi- essi sono di marca, autentici. Che facciamo? Da un lato, un Genitore Affettuoso (riprendo termini dell’analisi transazionale) ci dice “NON SI FA”, dall’ altro un Genitore Normativo ci comunica che “TUTTI I LADRI DEVONO ANDARE IN GALERA”, da un altro lato ancora vari bambini, tra cui quello Ribelle, ci istiga a comprare l’orologio per fare l’affare, ecc.
Siamo dunque in dissonanza, non sappiamo che fare.
Dalla dissonanza si esce in vari modi che, grossolanamente, sono riconducibili a mutazioni ambientali o interne, cognitive.
Nel secondo caso, ad esempio, intervenendo cioè sul cognitivo, posso ragionare in questo modo:”in fondo il venditore di orologi è un padre di famiglia che deve guadagnarsi da vivere e ha figli a casa che lo aspettano per cui se compro un orologio faccio un’opera di bene”. Ho, cioè, riposizionato i dati della mia esperienza in modo diverso, tale da ridare equilibrio interno all’azione che mi accingo a fare, cioè li ho rimessi in coerenza col mio vissuto.
Celeberrimo è il caso di una setta che si riunì in un deserto americano aspettando i “Guardiani” che avrebbero distrutto il mondo. Non avvenne, ovviamente, alcunchè. Il capo della setta esclamò:”Non sono venuti perché la nostra fede ha salvato il mondo!”. Aleluja e cose del genere. Se qualcuno sta adesso pensando a meccanismi identici in politica fa la cosa giusta.
La dissonanza, a sua volta,è la foce di un processo che vede chiamati in causa il nostro corpo, cioè l’istintività che cerca la propria immagine (mutevole e storica nel contempo), la propria possibilitò di forma. Ciò genera il mondo simbolico. Quando parliamo e ci esprimiamo, non facciamo altro che seguire il flusso di un istinto che poggia su simboli e lo facciamo attraverso il linguaggio che è generato dalla coppia “verbalizzazione-immaginazione”, linguaggio che ha le sue regole (p.es. sintassi o paratassi e l’insieme, abbastanza complesso, delle figure retoriche).
Ora, un segno, quale che sia, ha molti allegati semantici, cioè di significato, il che genera un bel po’ di problemi gestionali isolando i quali il marketing riesce a manipolare le persone.
Facciamo un esempio.
Se dico “donna” , evoco insieme con “donna”, l’idea di terra, madre, domina, ecc. per cui lo schema (grezzo) è il seguente:
terra
madre donna generare
morte
L’abilità di un poeta consiste nel governare simultaneamente tutti i significati possibili di “donna”, il che apre il testo a infiniti percorsi di senso.
Nel caso del marketing, che è pur esso una forma d’arte, la lettura è monodirezionale e manipolatoria.
Prendiamo il caso di un qualsiasi oggetto che avete nelle tasche, per es. la carta di credito. L’avete acquistata per vari motivi (praticità, sicurezza, semplicità, multifunzione, indistruttibilità, ecc.). La carta di credito ha un servizio centrale (disponibilità di danaro a tutte le ore) e molti altri che ne sono ausiliari. State pur certi che una campagna pubblicitaria in merito metterà il “servizio centrale” ai margini e uno qualsiasi di quelli periferici al centro. Oggi, periodo di recessione e di instabilità, la leva del marketing sarebbe sull’idea di “sicurezza”, così:
disponibilità
praticità sicurezza multifunzione
indistruttibilità
e vedremmo un papà e una mamma comportarsi come i pellicani verso i propri figli.
Questi aspetti sono immediatamente comprensibili ma la cosa, ovviamente, non è limitata a questi soli aspetti.
Un poeta è uno che ha la mente matematica. Ispirazione, solipsismo, l’ “io” stallatico non lo riguardano: il suo obiettivo è saper gestire la polivalenza dei segni aumentandone e non diminuendone le possibilità combinatorie. Certo: il vissuto, la propria storia personale, hanno una funzione nella sua ricerca ma, diversamente da come si pensa, vengono osservati come “oggetto” della ricerca, dati della memoria. Il come collegarli è precisamente l’attività della poesia.
C’è, come crediamo, una differenza tra un bel tramonto narrato in versi da una persona “normale” e da un poeta. Un evento può commuoverci ma non per questo è poesia. Lo è se entrano in campo strumenti di vario tipo.
Chiudo con un esempio: se voglio fare una passeggiata, procederò marciando. E questo è prosa. Se voglio esprimere il moto, lo farò danzando. E questo è poesia: ci vogliono muscoli, allenamento, disciplina e, soprattutto, sintesi (infatti il dire poetico non utilizza tutta la pagina ma lascia e vuole vuoto intorno a sé).
Mimmo Grasso
7 commenti:
Lo scritto di Mimmo Grasso su cos'è la poesia è nel contempo interessante,ma un po' labirintico e per questo un lettore medio ci si può perdere.Vi dico,perciò,in breve che cos'è,dal mio punto di vista, la poesia e il poeta che la scrive. E' chiaro a tutti che per scrivere poesie bisogna prima di tutto saper scrivere,conoscere bene la lingua in cui si scrive,la sua grammatica,la sua sintassi,la stilistica,le figure retoriche; - ricordate il film "Il postino di Neruda", quando il poeta spiegava a Troisi-postino che cosè una metafora ?- ebbene,sono profondamente convinto che la sola conoscenza delle cose citate, non crei un poeta e non fa produrre poesia:è solo una condizione per.Allora, che capacità deve avere in più un poeta, perchè crei poesia?
Riflettiamo un attimo sulla nostra lingua quotidiana:usiamo un numero limitato di parole e queste parole sono "consumate","usurate" dall'uso e pur essendo utilissime per comunicare in modo essenziale tra noi,in genere, non producono emozioni e limitano la nostra capacità di comunicare "profondamente" e suscitare quelle emozioni,sale della nostra vita."I limiti del nostro linguaggio sono i limiti del nostro mondo", diceva un filosofo del novecento. Noi non siamo puù in grado di comunicare la ricchezza del mondo,delle persone e della nostra interiorità:guardate un po' i "messaggini" sul cellulare,su twitter,su facebook;sentite i conduttori dei tg o dei vari talk show;osservate la retorica bolsa delle nuove generazioni per comunicare un sentimento d'amore o il dolore per una perdita.Si è arrivati al paradosso che l'uomo moderno ha una marea di mezzi per comunicare e non sa più comunicare.
Il poeta sa comunicare e ci fa riscoprire il senso e i molteplici significati di una parola; restituisce ad essa la sua profondità e le sue sfaccettature;la trasforma in una pietra preziosa,in un diamante che riceve luce e la rimanda a noi in mille modi. Il poeta e la poesia ricreano il mondo e gli danno un senso profondo,perchè usano la parola come evento creativo al pari del dio del Genesi che "disse luce e luce fu". Per comprendere la poesia,bisogna amarla semplicemente per questa sua funzione.Nessun poeta si è mai arricchito, perchè produce una merce senza valore economico che,però, arricchisce molto chi è disposto ad accoglierla e a "sentirla".
Articolo e commento ... bellissimi entrambi...grazie!
La partecipazione di Mimmo Grasso al Cantuccio Letterario a Villa Cerillo ha avuto, per me, un effetto ritardato. L’ho ascoltato ed ho pensato che il suo eloquio mirava ad una platea di lettori di livello elevato.
Quindi mi sono detta: “non avere la pretesa di comprenderlo!!!”
Qualche giorno dopo ho letto il suo scritto”che cos’è la poesia ed a cosa serve”.L’ho letto e riletto ed ogni volta riuscivo a comprendere qualcosa in più fino a comprenderne più profondamente “l’insegnamento”.
Grazie, Mimmo, per i doni che ci hai portato: quel diario di Mario Persico è un gioiello poetico ed ha suscitato la mia profonda emozione … e il tuo libro SEBETO andrà letto un po’ alla volta per gustarne la sagace colorita poesia.
Per me l’incontro con Mimmo Grasso è stato davvero un incontro con” Il Poeta”..per come si è presentato e relazionato con noi: è apparso con un’aurea d’immenso, sicuro di sé e consapevole della sua sapienza.
Padrone di un lessico con miliardi di miliardi di parole e noi tutti in ascolto.. attentissimi ed incantati, con tutti i nostri neuroni attivati per apprendere e ritenere il più possibile .. per migliorarci, per capire, per saperne di più.
L’incanto è stato, però, disturbato quando ha affermato che il poeta scrive solo per gli altri poeti e non è interessato a chi non riesce ad arrivare a lui.
Ritengo,invece, che chi ha la fortunata capacità di sapersi esprimere e quindi trasmettere ad altri “il suo sapere” è ancora più meritevole se si impegna acchè il messaggio arrivi lontano il più possibile stendendo la mano anche a coloro che, pur “allungando il collo”, faticano ad arrivare “al loro piedistallo”. Aiutare gli altri a migliorarsi è un atto d’amore che giova anche a chi lo compie!
In ogni caso, sentiti ringraziamenti per i bei testi che ci ha regalato: il libro di Mario Persico…una vera preziosità per cui Il mio incanto è sempre più grande ogni volta che lo apro: le immagini e le parole si fondono a formare un'unica opera d'arte ed ogni volta si scoprono nuovi dettagli, segni e disegni, colori, parole in libertà e frasi che riservano sorpresa e meraviglia. E' come assistere ad una performance d'artista in una galleria d'arte. E Sebeto..che ho molto apprezzato ed anche commentato a parte come “libro letto”nella Raccolta Libri.
Il miracolo di Mimmo Grasso e’ trasformare parole colte e vernacolari in reali momenti di pura emozione coinvolgendo il lettore in un turbinio di passioni fatte di lacrime, sgomento e solidarietà’ per Napoli “citta’ in rinascita”. La lettura del libro “Sebeto” ha suscitato nel mio animo profonde emozioni riuscendo a coinvolgermi anche fisicamente. Bagagli di dolore mi si affiancano nello scorrere dei versi. Mi ritrovo,con Mimmo Grasso, davanti alla tomba del grande Leopardi e, credetemi, mi sono commossa ”ascoltando” la voce del malinconico poeta descriversi nel suo sito mortale. Ho nelle orecchie le sue parole e negli occhi il suo volto. Ben pochi libri, se pur importanti, fanno venir voglia di una rilettura sia per approfondire, ma soprattutto per riprovare stati d’animo indimenticabili. Grazie al poeta dei Campi Flegrei.
Mimmo Grasso è arrivato a Villa Cerillo un po' come Babbo Natale con la sua barba bianca ed un sacco pieno di libri in regalo per noi. Poi per circa un ora ha "volteggiato" tra poesia, storia, pittura, psicoanalisi e...patafisica..spiegando con pazienza concetti non proprio facili e almeno per me quasi del tutto nuovi.
Ed io personalmente gli sono grata per le curiosità che ha innescato oltre che per i due libri preziosi che ci ha regalato.
Grazie Cantuccine per esservi espresse su Mimmo Grasso, ne comprendo le difficoltà essendo Egli un’ artista-autore poliedrico e dalle mille sfaccettature, quindi non facile da mettere subito “a fuoco”.
Mi associo ai vostri ringraziamenti con autentico calore perché, oltre alla acquisizione materiale dei bei testi regalatici, ci siamo tutti arricchiti di nuovi stimoli all’approfondimento ed al confronto. Grazie di nuovo Mimmo e torna presto a trovarci!
Posta un commento