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domenica 20 marzo 2011

Perdersi di Lisa Genova

Non è un caso che, sulla copertina di questo libro, sia raffigurata una farfalla.
Leggerlo, infatti, è come una carezza consolatoria per chi, come me, ha una gran paura di questo male, spaventoso visto dall’esterno. Eppure, è la protagonista stessa che ce lo racconta, in maniera lieve e scorrevole, visto dall’interno . Alice, questo è il suo nome, ha una vita normale, con piccoli sintomi comuni a  tante persone.  Accusato il colpo della diagnosi, sembra viversi con naturale adattamento l’avanzare della malattia. Si ritroverà  in una vita speciale , diversa da prima ma d’invariato sentire emozionale.
Questo romanzo è di grande monito a mantenersi il più possibile in normale e attenta comunicazione, sia pure a senso unico, con chi è affetto da tale morbo!
Per me non meno di 3 OK Marzullann.
E’ una bella riprova di ciò la poesia suggerita da MaryroseFan riportata dopo le notizie tratte dal WEB:
 Alice ha lavorato sodo per raggiungere i suoi obiettivi e ora, a quasi cinquant'anni sente di avercela finalmente fatta. Dopo anni di studio, di notti a base di caffè e libri di psicologia, ha coronato il suo sogno, è una scienziata di grido, insegna ad Harvard e viene chiamata dalle più prestigiose università per tenere conferenze. E poi c'è il suo più grande orgoglio, la famiglia: il marito John, un brillante esperto di chimica, che non riesce a trovare gli occhiali neppure quando li indossa, e i loro figli, Anna, Tom e Lydia, tutti e tre realizzati, anche se ognuno a modo suo. All'improvviso, però, tutto cambia. All'inizio sono solo piccole dimenticanze: una parola sulla punta della lingua che non riesce a ricordare, gli orari delle lezioni, il numero di uova nella ricetta del pudding natalizio, quello che prepara da più di vent'anni. E poi un giorno, dopo il giro di jogging quotidiano, Alice si ritrova in una piazza che è sicura di conoscere ma che non sa dove si trovi. Si è persa, a pochi metri da casa. Qui comincia il suo viaggio tra le corsie d'ospedale, a caccia del male che sta cancellando i suoi ricordi. Quando le viene diagnosticato l'Alzheimer precoce, tutto ciò in cui Alice ha sempre creduto pare sgretolarsi, il mondo intorno a lei sembra sfuggirle ogni giorno di più. E anche la sua famiglia, che l'aveva sempre considerata un pilastro indistruttibile, perde ogni certezza e fatica ad accettare la nuova Alice, che in certi momenti è quella di sempre ma che in altri sembra una sconosciuta, fragile e indifesa. Insieme dovranno affrontare il dolore, la perdita, saranno costretti a stabilire un nuovo equilibrio e ad accettare nuovi ruoli. Insieme si scopriranno diversi e impareranno ad amarsi in un altro modo.
Poesia proposta da MaryroseFan
“La vecchia grinzosa” di M. Thiel
Che cosa vedi, tu che mi curi,
che cosa vedi?
Una vecchia grinzosa, un po’ folle,
uno sguardo perso che non c’è quasi più,
che sbava quando mangia e
non risponde mai,
che, quando tu dici con voce forte:
“Provi”,
sembra non prestare alcuna attenzione
a ciò che fai.
Allora apri gli occhi, questa non sono io.
Ti dirò io chi sono.
Sono l’ultima di dieci figli,
una ragazza di 15 anni, con le ali ai piedi
sposata già a 20 anni….
Ho 25 anni ora e un bimbo mio
che ha bisogno che io gli costruisca una casa
Ho 50 anni, e di nuovo giocano intorno
a me dei bambini.
Eccoci di nuovo con dei bambini, io e
il mio adorato.
Ecco i giorni neri, mio marito muore.
Ho guardato il futuro tremando di paura,
perché i miei figli sono tutti occupati ad
allevare i loro.
E io penso agli anni e all’amore che ho
conosciuto.
Sono vecchia ora,
il mio corpo se ne va, la grazia e la forza
mi abbandonano,
e c’è una pietra là dove una volta ebbi il cuore.
Ma in questa vecchia carcassa resta la
ragazzina, e il vecchio cuore si gonfia senza posa.
Mi ricordo delle gioie, mi ricordo delle pene,
e di nuovo sento la mia vita e amo.
Ripenso agli anni troppo corti e passati troppo in fretta,
e accetto la realtà implacabile che nulla lascia durare.
Non la vecchia grinzosa, guarda meglio e mi vedrai.
(da “Vivere da vivi”, 1995 – Edizioni Paoline)

4 commenti:

nunziagroupe ha detto...

Il tema dell' alzheimer trattato con molta delicatezza. Una lettura da farsi tutta d'un fiato. Un personaggio o meglio una persona, "Alice",che vive un dramma nel dramma.Lei sà, è cosciente del fatto che si perderà fino a non sapere di essersi persa. L'ultimo legame che la terrà unita al mondo che le è appartenuto fino a ieri è e resterà l'amore.
(dicembre 2010)

nunziagroupe ha detto...

la solita dimenticanza: l'indice di gradimento
OKOKOKOK

annacgroupe ha detto...

E' un bellissimo libro, dolce e struggente nella sua tragicità. E' una sofferenza pensare al decadimento che avviene nelle persone. Mi è piaciuto e l'ho letto in pochissimo tempo.

Mariella ha detto...

leggerlo non è stato facile ma la semplicità di scrittura e di espisizione dei sentimenti e delle paure che vivono i personaggi riescono a far condividere al lettore anche la speranza e l'amore che comunque sopravvive al di là di tutto.
Mariella